Parla il docente picchiato da uno studente: “La violenza e la mancanza di rispetto sono troppo frequenti a scuola. I ragazzi si sentono onnipotenti” – Orizzonte Scuola Notizie
A Il Corriere della Sera parla Rocco Latrecchiana, l'insegnante di Storia dell'Arte di Abbiategrasso, in provincia di Milano, che lo scorso 15 ottobre è stato aggredito da un suo studente con un calcio al volto. Aggressione che è costato la rottura del naso.
“La mancanza di rispetto, la violenza verbale e fisica da parte di alunni contro gli insegnanti, come è accaduto anche a me, sono ormai troppo frequenti nelle aule scolastiche. I ragazzi, soprattutto i minorenni, si sentono onnipotenti. Le lezioni di educazione civica dovrebbero diventare lezioni di prevenzione dei reati, di educazione alla legalità, cominciando dalle scuole primarie: i giovani devono sapere quali limiti non si possono superare“, esordisce l'insegnante.
L'uomo ha raccontato la dinamica dell'aggressione: “Era il mio primo giorno al Lombardini. Dovevo cominciare da una classe seconda, nell'ora di laboratorio di grafica. Quando è arrivata la classe, un alunno è rimasto fuori e il collega di sostegno è andata a chiamarlo. Nel frattempo un altro allievo ha acceso la musica sul telefonino. Gli ho chiesto di spegnerla e lui mi ha offerto verbalmente, fingeva di spegnerla per poi riaccenderla. Mentre parlavo con lui, il ragazzo che era rimasto fuori si è messo alle mie spalle e ha iniziato a insultarmi: “Chi ca… sei tu per dirgli di spegnere?”. L'ho invitato più volte a sedersi, poi, dato che si rifiutava, gli ho intimato di seguirmi in vicepresidenza“.
“Mentre ci avviamo all'ufficio – continua il racconto il prof – lui continuava a insultare. Un collega mi ha detto: “Non lo affrontare così, non sai la sua storia pregressa”. Per allentare la tensione ho detto al giovane: “Non è successo niente, ora sistemiamo tutto”. E invece quando mi sono voltato mi ha fatto cadere e mi ha preso a calci, uno mi ha rotto il naso. Sono arrivati i carabinieri, l'ambulanza, il preside Michele Raffaeli”.
L'insegnante ancora non ha deciso se tornare o meno ad insegnare in quella scuola, sia perché “da mesi sto valutando di lasciare l'insegnamento e di dedicarmi solo all'architettura“, sia perchè l'aggressione ha lasciato il segno: “Mi è sempre più difficile sopportare l'arroganza, l'offesa verbale, il rifiuto del rispetto delle regole che sempre più spesso si vive in classe. Non incolpo la scuola, ma la società, sempre più egoista e superficiale“.
La famiglia del giovane ha inviato una mail di scuse al prof aggredito dal figlio, che ancora non sa quale sarà la sua punizione: “Che questa vicenda sia uno spartiacque e che sia seguito il meglio possibile. Dovrà rispondere di ciò che ha fatto, ma io sono una persona empatica, la sofferenza altrui non mi lascia indifferente. Sono volontario in Croce Rossa da 17 anni e tra i nostri sette princìpi c'è proprio l'umanità“.