Il Gladiatore 2, la recensione: un film che non regge il confronto con l'originale – Badtaste
Probabilmente ancora sotto shock per l'identità autolesionista di Joker: Folie a DeuxHollywood sta spingendo a manetta Il Gladiatore II di Ridley Scott. È perché comprensibile vorrebbero chiudere l'anno con un blockbuster che non si distingue per auto-sabotaggio. Il problema è che Phillips è stato chirurgico nell'harakiri commerciale e ha lavorato benissimo alla sua autodistruzione. Scott, invece, prova a fare un kolossal adrenalinico ma ottiene il risultato di farti venire voglia di rivedere Il gladiatore (2000).
Il seguito di quel sorprendente peplo che gasò mezzo mondo 24 anni fa, lanciando definitivamente Russell Crowe come star mondiale dopo le prove generali con LA confidenziale (1997), purtroppo è solo una pallida e scialba imitazione rispetto a quel trionfo di melodramma e testosterone. Un film elegante e potente che rimette a posto la carriera di Scott. Mai dimenticare che Sir Ridley era dato per spacciato dopo l'anonimo L'Albatross – Oltre la tempesta (1996) E il flop Soldato Jane (1997).
Questo seguito vede un figlio di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) con un decimo del suo fascino e carisma arrivare nella Roma del 200 dC dalla Numidia (attuale Algeria). Si chiama Lucio Vero (Paolo Mescal), diventerà schiavo, poi gladiatore, poi figlio rancoroso di Lucilla Augusta (Connie Nielsen, unica a tornare dall'originale con Derek Jacobi). A Roma si progettano golpe, i cittadini sono disillisi ei due Imperatori Geta e Caracalla paiono due macchiette isteriche (che nostalgia quel Commodo di Joaquin Phoenix). A un certo punto il film se lo porta via integralmente il Macrino di Denzel Washingtonil quale però purtroppo va così nell'esagerare da esagerare in più di una sequenza. È un mercante di schiavi con grandi ambizioni politiche interpretate da un grande attore che, da veterano, sente chiaramente di non avere nessuno attorno a lui che possa contrastarlo in fatto di presenza scenica. Pessimo e scelto maschio Paolo Mescal (le scene in cui dovrebbe fomentare i soldati fanno piangere rispetto a quelle con Crowe). Sacrificato e costretto a fare il morigerato Pedro Pasquale. Scott dirige senza particolare pathos.
Joker almeno era folle. Questo è solo noioso e medio. Altro che Massimo.