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Mattarella: “Ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate ma era mio dovere farlo”


“Mi è capitato di promulgare leggi che ritenevo sbagliate, inopportune ma è dovere del presidente della Repubblica di promulgarle. Solo nel caso di incostituzionalità ho il dovere di non promulgarle”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarellanel suo intervento alla cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio permanente giovani-editori.

Rispondendo a una domanda di uno studente sul ruolo del Quirinale, Mattarella afferma: “Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario”. E aggiunge: “Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l'uno all'altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. È il principio del check and balance”.

Il presidente della Repubblica, affrontando il tema delle tecnologie digitali, spiega: “Queste tecnologie digitali sono già tra di noi, non sono altro da noi sono nella vita quotidiana. Conoscere il mondo in cui siamo immersi è fondamentale per potersi orientare e partecipare. I cambiamenti di oggi sono veloci, impetuosi e voi siete la generazione chiamata a interpretarli È quasi un salto di specie che si sta realizzando Certo non basta saper digitare su una tastiera o immettere una parola su un motore di ricerca per essere padroni del proprio tempo , è indispensabile un bagaglio di conoscenze”.

Secondo il capo dello Stato, “informarsi per evitare trappole manipolative è anche un diritto democratico, che distingue lo status di utente da quello di cittadino, ed è una differenza molto importante”. E aggiunge: “Sappiamo bene che è indispensabile assicurare che i livelli di democraticità che i nostri ordinamenti raggiunti hanno diventati non messi in discussione, non dico azzerati ma ridotti, da strumenti tecnologici che non si governano”.

Parlando della libertà d'informazione, Mattarella spiega: “La libertà di informare è l'ossigeno della vita democratica di un paese. Servono tuttavia regole per difendere i cittadini da notizie artefatte. Servire anche consapevolezza, per rimuovere il rischio che le notizie siano filtrate da preconcetti o da algoritmi. Quando si formano queste dinamiche regolate da meccanismi non governabili, la realtà prende un'altra strada”.

Il presidente della Repubblica prosegue: “C'è una percentuale di persone che pensano che la terra sia piatta, c'è anche un ritorno di alcune malattie che sembravano debellate, perché la soglia di vaccinazioni è tornata ad essere bassa. Il rischio è affidarsi al web come se fosse il medico di fiducia. Non bisogna correre il rischio di essere catturati dallo smartphone”.

Nel suo intervento, il capo dello Stato fa riferimento anche all'intelligenza artificiale: “L'intelligenza artificiale ci aiuta enormemente – spiega -, con opportunità nella medicina, nella salute, in ogni campo. Ma deve essere orientata in queste direzioni, occorre che vi sia una ragionevolezza, è uno strumento che cambia la nostra vita, anche il nostro modo di ragionare. Occorre attrezzarsi per essere preparati, perché sia ​​uno strumento che garantisce maggiori libertà e opportunità, evitando che ci renda prigionieri di un meccanismo che depaupera la coscienza umana”.



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