Regali costosi a scuola, un monito per docenti: vietato accettare doni di valore, possibili fino a 150 euro. E il preside deve vigilare – Orizzonte Scuola Notizie
Con l'avvicinarsi delle festività natalizie, torna d'attualità il tema dei regali a scuola. Spesso, infatti, genitori e studenti si organizzano per omaggiare gli insegnanti con doni costosi, come smartphone di ultima generazione o orologi di pregio.
È bene ricordare, però, che il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a cui anche i docenti sono soggetti, vieta espressamente l'accettazione di regali o altre utilità di valore.
Il DPRn. 62 del 16 aprile 2013, modificato e integrato dal DPR n. 81 del 13 giugno 2023, aggiunta all'articolo 4 che i dipendenti pubblici possono accettare solo “regalini d'uso di modico valore”, offerti occasionalmente e nel rispetto delle normali relazioni di cortesia.
Qualora un insegnante riceva un regalo di valore superiore a 150 euro, è tenuto a consegnarlo al dirigente scolastico per la restituzione o la devoluzione a fini istituzionali. Un richiamo importante, dunque, sia per le famiglie che per i docenti, al fine di evitare situazioni spiacevoli e garantire il rispetto delle norme.
Le sanzioni previste
In considerazione della normativa citata, sorge spontanea la domanda se la violazione di tali disposizioni possa rappresentare per il funzionario pubblico un'infrazione significativa dei doveri professionali, o addirittura costituire un caso di corruzione per tutte le parti coinvolte.
Per il Codice di Comportamento dei Dipendenti pubblici, se si richiede o accetta un regalo superiore al valore di 150 euro si può concorrere in una multa o sanzione pecuniaria o la sospensione dal servizio. Uguale pena se il Dirigente ha omesso vigilanza. La pena si inasprisce se il regalo ha ricevuto un titolo di corrispettivo per attività dovuta. In questo caso si va dalla sospensione dal servizio da 3 a 6 anni, fino al licenziamento.
La rigidità e l'astrattezza della norma sono mitigati, a volte, dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, che ha emesso, in tempi recenti, due sentenze pertinenti, n. 47216/2021 e n. 47237/2021.
La prima sentenza riguardava un imprenditore accusato di incoraggiamento alla corruzione per aver offerto cesti di Natale, contenenti prodotti alimentari, in un luogotenente e due marescialli dei Carabinieri, coinvolti in indagini relative a lui, in seguito della confisca di alcune cisterne dell'impianto di smaltimento di cui era socio.
La Corte Suprema ha determinato l'assoluzione dell'imputato, evidenziando come la donazione dei cesti fosse giustificata non solo dal sentimento di gratitudine dell'accusato, ma anche dal fatto che tale gesto non avrebbe potuto influenzare l'attività istituzionale dei membri dell'Arma .
La seconda decisionedi tono simile, riguardava un ispettore del lavoro che aveva ricevuto in dono due bottiglie d'olio e un sacchetto di castagne. Secondo i giudici di legittimità, un dono di valore così modesto non è in grado di compromettere il corretto svolgimento di un'attività pubblica.