“Attaccati da attori non statali”. Sparati 40 colpi contro una pattuglia Unifil
Un nuovo attacco ai danni di Unifil in Libano: a rendere noto sui suoi profili sociali proprio la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite. Nel pomeriggio di ieri una squadra composta da militari francesi e finlandesi, mentre stava conducendo un pattugliamento nel villaggio di Bediassi è trovata ostacolata nella libertà di movimento da parte di un gruppo di individui, di cui almeno uno armato.
La pattuglia è riuscita a liberarsi e superare l'ostacolo e ha continuato lungo il percorso stabilito, come da programma. Circa un'ora dopo, superato il villaggio di Maarakeh, è stata colpita da circa 40 colpi da dietro, probabilmente da membri di attori non statalisi legge nel post. Poco dopo l'ordine del capo pattuglia di accelerare per uscire velocemente dalla zona, pur rimanendo sul percorso pianificato, la pattuglia si è messa in sicurezza raggiungendo una propria base a Deir Kifa. I colpi hanno raggiunto alcuni veicoli della pattuglia ma, precisa Unifil, non ci sono feriti.
L'Unifil ha annunciato di aver avviato un'indagine sull'incidente, ricordando che le pattuglie “sono fondamentali per la protezione della forza, garantendo che i peacekeeper possano svolgere in sicurezza i loro compiti obbligatori“. SI tratta dell'ennesimo incidente ai danni della missione, incastrata fra Hezbollah e gli attacchi delle Idf. Appena due giorni fa una granata inesplosa aveva colpito il tetto della palestra della base di Shama, ove sono di stanza i militari italiani. Malgrado questa e altre sfide, i caschi blu rimarranno in tutte le loro postazioni e continueranno a monitorare in modo imparziale e a denunciare le violazioni della risoluzione 1701si legge nella dichiarazione diffusa dalla missione dell'Onu nel sud del Libano, in seguito all'attacco.
“È inaccettabile che le forze di pace dell'UNIFIL, mentre svolgono i compiti previsti dal Consiglio di Sicurezza, siano regolarmente prese di mira. L'incidente di ieri serve a ricordare ancora una volta la situazione di pericolo in cui operano quotidianamente le forze di pace nel sud del Libano. È responsabilità delle autorità libanesi garantire che le forze di pace UNIFIL possano svolgere i loro compiti senza paura o minacce”si legge ancora nel comunicato della missione.
Rappresenta una responsabilità delle autorità libanesi assicurarsi che i caschi blu di Unifil possano portare a termine i loro compiti senza paura e minacce. Tutti gli attori delle ostilità fra i due lati della Lineablu Devono, infatti, evitare azioni che mettono in pericolo il personale della missione.