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Aumentano i poveri: le risposte della Chiesa



Sono i poveri, di cui si celebra oggi, 17 novembre, la Giornata indetta da papa Francesco, i protagonisti anche della prima Assemblea sinodale della Chiesa italiana. E da protagonisti hanno presentato, insieme agli operatori Caritas, «esperienze e testimonianze. Sette, in particolare, che tendino a partire da loro ea fare animazione di carità, per costruire una società più giusta con i poveri al centro e per attivare processi comunitari'», ha spiegato don Marco Pagniello direttore di Caritas italiana. Tra le attenzioni particolari c'è la casa «che molti non hanno o che potrebbero perdere».

Secondo il Rapporto sulla povertà, quest'anno intitolato “Fili d'erba tra le crepe. Risposte di speranza”, la povertà assoluta in Italia interessa 5 milioni 694mila persone, quasi un decimo della popolazione. Sono poveri anche coloro che lavorano, ma intermittenza, con salari bassi e contratti atipici. Il Dossier, che era stato pubblicato in vista della Giornata mondiale dei Poveri nota che «dal 2014 al 2023 il numero di famiglie povere residenti al Nord è praticamente raddoppiato, passando da 506mila nuclei a quasi un milione (+97,2%). Se si guarda al resto del Paese la opvertà è in aumento del +28,6% nelle aree del Centro e +12,1% in quelle del Mezzogiorno (il dato nazionale è di +42,8%). IL dato della povertà è «il più alto della serie storica, non accennando a diminuire». La Caritas chiede che si torni a misure universalistiche più capaci di incidere sulla povertà assoluta. «Ora l'Adi (ad oggi percepito da 697.640 famiglie) è destinato esclusivamente a nuclei familiari con persone non occupabili, come minori e disabili, mentre il Sfl è riservato a chi è ritenuto occupabile e richiede percorsi formativi per il reinserimento lavorativo. Questa distinzione ha ridotto della metà il numero di famiglie raggiunte rispetto al reddito di cittadinanza». Il Supporto alla formazione e al lavoro «pensato per il reinserimento lavorativo attraverso percorsi formativi ha dimostrato un impatto ridotto, con poche persone coinvolte e percorsi di breve durata (mediamente 3-4 mesi), insufficienti a garantire un effettivo reinserimento nel mercato del lavoro» . Particolare «allarme» per la Caritas è per i minori. «L'incidenza della povertà assoluta tra i minori oggi è ai massimi storici», si legge nel Rapporto, «pari al 13,8%: il valore più alto della serie ricostruita da Istat (era 13,4% nel 2022) e di tutte le altre fasce d'età». Complessivamente, dunque, «sono 1milione 295mila i bambini poveri: quasi un indigente su quattro è un minore».

Ma ci sono anche segni di speranza, come testimoniano le esperienze raccontate ai circa mille partecipanti alla Prima Assemblea sinodale della Chiesa italiana. L'attenzione è sulla cooperativa Roma solidarietà, che vuole affrontare il problema della solitudine domestica rafforzando relazioni di prossimità a partire dalle parrocchie.

O il progetto Quartieri solidali, che coinvolge 16 parrocchie della capitale che vuole promuovere partecipazione e responsabilità nei cittadini sostenendo volontariato e aggregazioni di vario tipo. Tra le esperienze ci sono ancora il progetto Officina delle opportunità, dedicato al lavoro e in collaborazione con Regione Lazio e Comune di Roma, e Caritas arte, per recuperare i talenti artistici delle persone più fragili, perché «la bellezza è un diritto di tutti» . C'è poi il Manuale operativo dei diritti rivolto a chi, operatori, volontari, vede aggravarsi la condizione delle persone che incontra per mancanza di informazioni utili nella loro condizione (www.caritasroma/manualediritti). La Caritas di Roma ha pensato anche a riprogettare una “vecchia” opera segno voluta dall'allora direttore della Caritas di Roma, don Luigi DI Liegro. E cioè Villa Glori, il complesso destinato ai malati di Aids. E, infine, il progetto “accoglienza diffusa” per sostenere persone e famiglie per dare loro tempo di riprendere le forze, trovare un contratto di affitto, curarsi, imparare la lingua…





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