Distretti demoliti e poveri nelle baraccopoli: il piano dei talebani per “rigenerare” Kabul
Un'indagine che si sta avvalendo di immagini satellitari e video diffusi sui social media rivela la vera portata del brutale programma di “riqualificazione” urbana avviato dai talebani a Kabuldove sono stati demoliti almeno 50mila metri quadrati di proprietà appartenenti a minoranze etniche in un'ondata di devastazione che potrebbe essere paragonata a quella inflitta da un potente terremoto.
Secondo quanto riportato in esclusiva dal Il Guardianonella capitale afghana migliaia di persone sono rimaste senza casa in seguito alla decisione dei racconti di completare un pianoforte ambizioso di riqualificazione che non ha tenuto minimamente conto delle proprietà di alcune minoranze etniche che sono rimaste e rimarranno senza una casa.
Questa campagna radicale di riqualificazione avviata dai talebani che sono tornati al potere nel 2021 dopo la rovinosa ritirata del Contingente internazionale, punterebbe a”modernizzare la capitale storica dell'Afghanistan“, ma sta avendo un impatto brutale sulle comunità più vulnerabili e su quella fascia di popolazione più povera che è costrette a vivere in delle bidonville. Secondo quanto riportato, nei sei distretti più colpiti sono stati demoliti almeno 12 acri di proprietà residenziale. Almeno tre di queste aree erano popolate esclusivamente da comunità di minoranza Hazara. Altre due erano popolate dalla minoranza Tagiki. Il più colpito è stato il distretto 13 di Kabul, un'area prevalentemente Hazara.
Questo è dovuto minoranze etniche sono costrette ad assistere alla demolizione incondizionata delle loro proprietà senza alcuna soluzione per un reinsediamento. Ancora più gravi sono le testimonianze che raccontano di demolizioni avvenute mentre le persone erano ancora all'interno delle loro abitazione. Ciò ha provocato la morte di diversi anziani e bambini.
Diversi gruppi per i diritti umani stanno inoltre denunciano come e quanto lo sconsiderato piano di riqualificazione dei talebani sta pesando soprattutto sulle donneche sono particolarmente vulnerabili dopo lo sfratto dal momento che non possono far valere i propri diritti in mancanza di un uomo nella propria famiglia. Le donne non hanno il permesso di accedere agli uffici comunali di Kabul”senza un tutor maschio che le accompagna“, in ottemperanza alle regole di segregazione imposte dai talebani.
Ciò rende impossibile per le famiglie guidate da donne o composte esclusivamente da donne ottenere qualsiasi tipo di risarcimento. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l'economia afghana è “sostanzialmente crollata” da qualche anno e attualmente sono almeno 6 milioni gli sfollati all'interno del paese.