Economia Finanza

Polonia: 5 grandi Paesi Ue a favore di eurobond per la Difesa


«Per la prima volta cinque Paesi (Ue) si sono pronunciati a favore di obbligazioni europee per finanziare la Difesa, è una vera novità». L'annuncio è del ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski ed è stato espresso nel corso della conferenza stampa al termine della riunione dei responsabili degli esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito che si è svolta a Varsavia.

Come finanziare le spese per la Difesa

Nel comunicato finale della riunione, è indicato che si vuole «rafforzare la sicurezza e la difesa dell'Europautilizzando tutte le leve a nostra disposizione, ivi comprendendo il potere economico e finanziario dell'Unione Europea, e rafforzando la base industriale europea». A tal fine «discuteremo di finanziamenti innovativi ed elimineremo gli ostacoli al commercio e agli investimenti nel settore della difesa».

Nel corso della conferenza stampa solo il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha fatto riferimento esplicito agli eurobond mentre i ministri francese e tedesca non hanno ne fatto cenno.

«Garantire in modo europeo l'indebitamento delle nazioni per raggiungere il 2%» del Pil da destinare alla difesa «mi sembra un'idea da accogliere con favore. Questo toglierebbe ad ogni nazione il peso magari di avere interessi sul debito diversi e renderebbe la sicurezza e la difesa un patrimonio comune». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della riunione con gli omologhi europei a Bruxelles, commentando l'ipotesi rilanciata dal vertice dei ministri degli Esteri a Varsavia.

Crosetto: scorporare le spesa per la Difesa dal Patto Ue

«Diversi governi si sono impegnati a raggiungere il 2% ma, come vedete tutte le volte che c'è la legge di bilancio c'è difficoltà ad aumentare i fondi – ha aggiunto Crosetto – È un tema che io pongo ormai da due anni, vanno eliminati i vincoli che ci sono per ogni Paese come incidenza della difesa sul Patto di stabilità. Escludendo queste spese dal Patto di stabilità diventerebbero una cosa a sé e ci sarebbe la possibilità di arrivare al 2%».



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