G20 in Brasile, l’appello di Oxfam: ‘Tassare i super-ricchi è un passo inevitabile’
Un messaggio urgente, che chiede ai Governi di tutto il mondo un impegno non più procrastinabile. Lo ha messo nero su bianco Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedica alla riduzione della povertà globale, in occasione del vertice del G20 di Rio de Janeiro (il forum dei leader, ministeri delle Finanze e Governatori delle banche centrali dei Paesi più industrializzati) che si è tenuto tra il 18 e il 19 novembre in Brasile: «Un'agenda globale per la tassazione dei super-ricchi non è più rinviabile. Questo perché l'1% più ricco nei Paesi del G20 ferma il 31% della ricchezza, mentre la metà più povera della popolazione appena il 5%», scrive la Ong, mentre «negli ultimi 20 anni la ricchezza di quell'un per cento è cresciuta del 150 % in termini reali e oggi ammonta a 68.700 miliardi di dollari, pari a quasi due terzi del Pil planetario». Di qui l'appello urgente ai leader delle potenze globali riuniti in Brasile per un piano d'azione coordinato, dopo gli impegni assunti nel G20 Finanze di luglio.
In quell'occasione, ricorda Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia«per la prima volta nella storia, e su spinta della Presidenza brasiliana, i ministri delle finanze del G20 hanno concordato di promuovere forme di cooperazione internazionale in materia fiscale volte ad assicurare maggiore equità e progressività dei sistemi impositivi. Il Paese più disuguale del G20, in termini di distribuzione della ricchezza, tra l'altro è proprio quello ospitante l'incontro: il Brasile. Nel gigante sudamericano infatti l'1% più facoltoso ha in mano il 48% della ricchezza nazionale. Seguono in questa classifica il Sudafrica con il 42% e l'Argentina con il 40%. In Italia l'un per cento più ricco deteneva, a fine 2022, il 23,1% della ricchezza nazionale netta». Maslennikov aggiunge: «Non solo la concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze economiche sono in aumento, ma in diversi Paesi, tra cui l'Italia, i contribuenti più ricchi versano oggi, in proporzione al proprio reddito o patrimonio, meno imposte dirette, indirette e contributi rispetto a chi ha redditi più modesti o patrimoni più esigui. Per porre rimedio a questa ingiustizia, l'aumento del prelievo a carico dei più ricchi è oggi una scelta inderogabile».
Cosa fare concretamente all'indomani di questo consenso internazionale: Oxfam chiede ai leader del G20 di «adoperarsi per un rafforzamento della cooperazione internazionale in materia fiscale, che renda più difficile l'occultamento offshore dei capitali attraverso l'istituzione di registri nazionali dei titolari effettivi di società, fondazioni e trust e lo scambio automatico delle informazioni ivi contenute tra le amministrazioni fiscali ; per il potenziamento dello scambio automatico di informazioni sui conti bancari dei non residenti e la sua estensione alle proprietà immobiliari e ai crypto-asset; per la definizione di un nuovo standard globale, che assicuri un prelievo più marcato sugli ultra ricchi e per l'eliminazione di regimi fiscali dannosi che esasperano la corsa al ribasso tra i Paesi in materia di tassazione personale», conclude il messaggio della confederazione di organizzazioni senza scopo di lucro. Che si dice preoccupata dal fatto che quasi tre quarti dei milionari dei Paesi del G20 intervistati in un recente sondaggio sono a favore di tasse più elevate sulla ricchezza e oltre la metà pensa che la ricchezza estrema sia una “minaccia per la democrazia”. Il 72% ritiene che la ricchezza estrema aiuti a guadagnare influenza politica.
Commento ancora Maslennikov: «Per porre rimedio a questa ingiustizia, l'aumento del prelievo a carico dei più ricchi è oggi una scelta inderogabile. Renderemmo i sistemi fiscali più equi e avremmo a disposizione cospicue risorse da destinare al contrasto a povertà ed esclusione sociale e alla lotta ai cambiamenti climatici, per cui i rappresentanti dei gruppi sociali più abbienti hanno anche maggiori responsabilità». L'obiettivo è scongiurare il rischio che questa tassa non faccia la fine di quella sugli extra-profitti delle banche in Italia.
(Foto Reuters: il vertice del G20 a Rio de Janeiro)