Fashion

Kalulu racconta com’è arrivato alla Juve: “Mi ha chiamato Motta e mi ha detto…”


Dopo aver imposto nel Milan, il francese in estate è stato il colpo a sorpresa dei bianconeri: “Thiago mi ha fatto sentire fiducia, e mi ha detto che con lui le scelte si fanno in allenamento…”

21 novembre – 19:06 – MILANO

Sarà un Milan-Juve speciale per Pierre Kalulu, il primo da ex alla Scala del calcio. Dopo quattro stagioni in rossonero, il difensore francese è infatti passato alla Juve in estate con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto a favore dei bianconeri. A poche ore dal match si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Dazn, ripercorrendo i momenti più importanti della sua carriera da calciatore e rivelando anche le sue ambizioni per il futuro: “Nella mia carriera non ho mai fatto scelte facili – le sue parole – Quando senti la fiducia della società e capisci che qualcuno ti vuole veramente, allora riesci a dare tutto te stesso. Siamo umani e lavoriamo con il cuore. Durante il riscaldamento è l'ultimo momento in cui posso godermi l'ambiente. È il momento più bello, che sia all'Allianz Stadium o in un altro stadio. Sono stato anche io tifoso: voglio essere in campo quello che ammiravo da bambino. Devi sempre ricordarti del piccolo che era dentro di te. Con i tifosi c'è un sentimento forte, è come una relazione d'amore. C'è molto calore all'inizio, tutto sembra bellissimo, senti le vibrazioni”.

QUELLA CHIAMATA DI MOTTA

Kalulu parla quindi del suo trasferimento dal Milan alla Juve, in cui Thiago Motta ha avuto un ruolo decisivo: “Quando ho chiamato il mister, lui mi ha detto subito: 'Sei pronto a giocare ogni 3 giorni?' Ho risposto: 'Sì, dove mi vedi giocare?' E lui: 'A destra, al centro ea sinistra'. Lì ho pensato: se mi vede ovunque, per me è il top E poi ha chiuso dicendo: 'Sappi che le scelte della partita si fanno in allenamento!' E alla Juve è così”.

LA FAMIGLIA E…lA SCONFITTA

L'intervista prosegue quindi su una riflessione sulla vita dei calciatori, solo all'apparenza perfetta: “La nostra sembra essere una vita perfetta, ma la verità è che anche noi professionisti abbiamo momenti difficili. A volte non vogliamo far vedere quando siamo deboli, lo nascondiamo – prosegue il francese – Io ad esempio sono cresciuto in una grande famiglia, in una casa che non era mai silenziosa, ei primi mesi in cui tornavo a casa da solo per cena passavo tante ore senza parlare con nessuno. Era tutto difficile a livello mentale. I videogiochi mi hanno aiutato, perché con cuffie e microfono potevo parlare con i miei fratelli”. Sul suo senso di competizione: “Odio la sconfitta! Se mi batti, con te non sarò lo stesso. È sempre stato così! Ma la verità è che la sconfitta fa parte della vita e ti aiuta a restare umile Alla fine della giornata bisogna però avere più piccole vittorie che sconfitte.

IL FUTURO

Quindi, immancabile, uno sguardo al futuro, tra sogni e obiettivi: “Nella vita potevo fare tante cose, ma mi sono reso che l'unica passione che mi fa svegliare con il sorriso è quella per il calcio. Nel calcio ho tanti sogni: vincere tutto, giocare con i miei fratelli ed essere il giocatore più forte, ma ho tanta voglia di fare altro là fuori.”





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *