The Soul Eater: la recensione del film folk-horror di Bustillo e Maury
28/10/2024 recensione film Le mangeur d'âmes di Guglielmo Maga
Virginie Ledoyen è al centro di un'opera che riporta il male tra le Alpi, un racconto macabro cui manca l'intensità e l'ispirazione dei lavori migliori dei due registi francesi
Il primo film di Alexander Bustillo e Julien Maurydel 2007, è diventato un punto di riferimento nel movimento francese chiamato New Extremity, e il suo impatto è ancora forte dopo quasi vent'anni, risuonando nelle immagini evocative di film come il recente Duna: Parte Due di Denis Villeneuve.
L'eleganza formale, l'intensità e l'originalità di Dentro hanno reso Bustillo e Maury due dei registi più promettenti dell'horror contemporaneo. A quello ha fatto seguito Livido (2011) e Tra i vivi (2014), incapaci di raggiungere le medesime vette. Tuttavia, entrambi i film hanno dimostrato che i due registi possedevano uno stile unico capace di riservare sorprese.
L'entusiasmo è rimasto alto quando Bustillo e Maury hanno lavorato al prequel di Non aprite quella porta, Pellefaccia nel 2017. Purtroppo, questo non è riuscito a spingere oltre i limiti dell'horror come molti speravano, definendo un tema ricorrente nella loro filmografia successiva: lavori come il candymandiano Kandisha e il subacqueo La casa in fondo al lagoentrambi del 2022, pur mantenendo l'eleganza visiva e un'atmosfera evocativa, non possiedono la stessa urgenza e il senso di pericolo delle loro opere iniziali.
Il loro stile sembra oggi più orientato verso un approccio mainstreamlontano dalle provocazioni estreme di Dentroe per questo rischia costantemente di essere assai meno innovativo.
Nel loro ultimo lavoro, Il Divoratore di Animepresentato in anteprima al Festival di Sitges, Bustillo e Maury esplorano il genere folk horror combinato con il thriller proceduraleevocando le atmosfere di film come Insonnia di Erik Skjoldbjaerg e Il senso di Smilla per la neve di Billie August, ma anche L'uomo di neve di Tomas Alfredson.
Tuttavia, la pellicola – coprodotto dagli Amazon Studios – si trasforma improvvisamente verso la fine, con richiami a Visto e persino a Signora Vendettacreando una commissione di stili.
Ambientato nel remoto villaggio alpino di Roquenoir, The Soul Eater segue le indagini della detective Elizabeth Guardiano, interpretata da Virginie Ledoyene del gendarme Franck de Rolan (Paolo Hamy). La donna si sta occupando di una serie di misteriosi omicidi-suicidi, mentre l'altro è alla ricerca di bambini scomparsi.
I due casi finiscono per intrecciarsi, costringendo Elizabeth e Franck a lavorare insieme, nonostante le loro differenze.
Un elemento centrale della trama di The Soul Eater è il piccolo Evan (Cameron Bain), sopravvissuto alla misteriosa scomparsa dei genitori. Traumatizzato, sostenendo che un'entità soprannaturale chiamata “Il Divoratore di Anime” sia responsabile delle loro morti. Qui, Bustillo e Maury richiamano lo stile narrativo dell'autore horror Graham Masterton; la scena in cui Evan racconta delle oscure visioni evoca il tono inquietante delle opere dello scrittore scozzese.
Tuttavia, il modo in cui Bustillo e Maury trattano il soprannaturale in The Soul Eater risulta timido rispetto a quello che si potrebbe aspettare da due registi che un tempo hanno scioccato il pubblico con Dentro.
Un esempio di questa esitazione si trova in una scena centrale di The Soul Eater. Elizabeth scopre un vecchio libro in una chiesa e legge un passo oscuro e criptico su come sconfiggere il Divoratore di Anime. Mentre recita frasi come “Invoca la clemenza del Cielo e la sua spietata giustizia, perché solo lacrime di sale terranno a bada l'appetito del divoratore di anime”, la scena sembra essere concepita per evocare mistero, ma finisce per sembrare un cliché del genere horror.
Anche l'entrata improvvisa in scena di un prete (interpretato da Stéphane Dausse) aggiunge poco alla tensione, con il suo monologo sulle leggende che resistono nel tempo che appare più artificioso che spaventoso.
La scena prosegue con una domanda esplicita del prete: “Pensi che qualcuno del posto potrebbe essere il divoratore di anime?”, un tentativo maldestro di suggerire che chiunque potrebbe essere il mostro.
Il film riacquista slancio con un lungo flashback che mostra i genitori di Evan impegnati in una scena di combattimento fisico, ma a quel punto è ormai troppo tardi per salvare la tensione accumulata. La narrazione rallenta nuovamente verso il finalecon una serie di scene dilatate che, anziché intensificare l'orrore, smorzano il climax e diluiscono la suspense.
Tuttavia, The Soul Eater presenta anche elementi positivi: la fotografia di Simon Roca, ad esempio, riesce a catturare la bellezza lugubre del villaggio alpinomentre Virginie Ledoyen offre una performance notevole, capace di rendere convincente la figura di una detective tormentata dal proprio passato. Ma al di là di questi aspetti tecnici, il problema centrale di The Soul Eater rimane la sua mancanza di azzardo. La sensazione è che Bustillo e Maury si allontanino dal loro caratteristico stile estremo per avvicinarsi a un tipo di cinema horror più convenzionale e prevedibile, quasi televisivo.
Il confronto con altri registi francesi del nuovo horror francese, come Coralie Fargeat e Julia Ducournau, mette in evidenza questa transizione verso un cinema meno incisivo e meno innovativo.
Il Divoratore di Anime, pur essendo tecnicamente ben realizzatonon possiede infatti l'impatto che ci si aspetterebbe da due registi che hanno fatto della provocazione visiva e narrativa la loro firma.
Il rischio è che Bustillo e Maury si trovano ora intrappolati in una sorta di “comfort zone” artisticaincapaci di spingersi oltre i limiti e privati di quella vena di anarchia che li aveva resi tanto amati dagli appassionati di horror estremo e che ormai è sempre più flebile.
In conclusione, The Soul Eater rappresenta un tentativo di Bustillo e Maury di esplorare nuovi territori, cercando di combinare il folk horror con il thriller psicologico. Tuttavia, il risultato è un'opera senza guizzi che si mantiene in superficieincapacità di suscitare tensione o shock. La sensazione è quella di un film incompleto, come se i due registi abbiano esitato ad immergersi completamente nel lato oscuro e sovversivo della vicenda.
Dii seguito trovate il trailer internazionale di Il Divoratore di Anime:
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