Istruzione

Stop ai cellulari in classe in una scuola di Torino: “Gli studenti trascorrevano l'intervallo senza alzarsi dal banco e guardarsi in faccia”. Novara: “Limitarlo solo a scuola non è sufficiente” – Orizzonte Scuola Notizie


Al Liceo Scientifico Alessandro Volta di Torino, gli smartphone sono banditi dalle aule del biennio. Da lunedì, gli studenti devono depositare i propri dispositivi in ​​armadietti dedicati all'inizio delle lezioni, riprendendoli solo al termine della mattinata.

La decisione, annunciata dalla presidente Maurizia Basili, nasce dalla preoccupazione per la crescente distrazione e l'impoverimento delle relazioni interpersonali causate dall'uso indiscriminato dei cellulari. “Gli studenti trascorrevano l'intervallo senza alzarsi dal banco e guardarsi in faccia”ha spiegato il dirigente, motivando la scelta di intervenire con una misura che, seppur non comoda nella gestione, si è resa necessaria per garantire un ambiente scolastico più proficuo.

L'iniziativa ha riscosso un consenso generale, anche sui social, dove molti utenti hanno espresso il proprio apprezzamento per il ritorno a una scuola più “analogica”. La preside Basili ha inoltre assicurato che verrà potenziata la rete Wi-Fi dell'istituto per sopperire all'utilizzo degli smartphone come hotspot per i computer.

Il pedagogista Daniele Novara, pur plaudendo all'iniziativa del Liceo Volta, ritiene che il divieto di smartphone a scuola sia solo un primo passo. “È positivo che si inizi a riflettere sul ruolo del digitale nella scuola, ma l'emergenza smartphone richiede un intervento più radicale”ha affermato Novara in un intervento su Adnkronos.

Il pedagogista, promotore di una petizione su Change.org per vietare l'uso di smartphone ai minori di 14 anni e l'accesso ai social media prima dei 16, sostiene la necessità di una legge che tutela le nuove generazioni dalla dipendenza da questi dispositivi .

“Limitare l'uso degli smartphone solo a scuola non è sufficiente, se poi i ragazzi trascorrono il resto della giornata incollati agli schermi”, ha concluso Novara, ribadendo l'importanza di un'azione congiunta tra scuola, famiglia e istituzioni per affrontare un problema che riguarda l'intera società.

La petizione, sostenuta anche dal medico e psicoterapeuta Alberto Pellai e da numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, chiede al Governo di intervenire con urgenza per regolamentare l'accesso dei minori alle tecnologie digitali.



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