Yildiz, Koop e l’importanza di partire dal 1′. Perché la migliore Juve è sempre quella titolare
Azzeccare i titolari per Motta in questa fase della sua gestione è fondamentale visto che la sua squadra con i subentrati è riuscita a raddrizzare soltanto una partita su undici
Ci sono i titolari e ci sono “i titolari dell'ultima mezz'ora”, per provare (come ha fatto Giuntoli nel pre di Juve-Parma) a sintetizzare a parole un altro caposaldo del Motta pensiero. Insomma, nessuno in secondo piano, tutte le prime scelte, semplicemente a partire da minuti diversi. Su alcuni mattoncini alla base del castello di Thiago si legge questa ulteriore certezza che l'allenatore da due mesi e mezzo ha esportato alla Continassa, mentre dai dati emerge un fatto: la Juventus che decide le partite è quella titolare. Nel senso più letterale del termine: azzeccare l'undici iniziale per Motta in questa fase della sua gestione è fondamentale visto che la sua squadra con i subentrati è riuscita a raddrizzare soltanto una partita su undici (il derby d'Italia contro l'Inter grazie alla doppietta di Yildiz entrata nella ripresa). Ecco perché il ritorno, nel 2-0 di Udinedal primo minuto di Koopmeiners, anche se convalescente, e dello stesso turco è stata una boccata d'ossigeno per chi è sprecato solo per uno spezzone finale di gara.
yildiz, l'altro vlahovic
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Diverso dagli altri, ma soprattutto da Vlahovic, è Kenan Yildiz. Il giovane turco continua a brillare ea dimostrare che anche se non finisce tra i marcatori comunque il suo zampino nei gol riesce a mettercelo. Udine testimone: sua la palla per Thuram che ha portato alla rete dell'1-0, suo il palo che ha innescato il sinistro di Savona per il raddoppio. Sui social scrive di una “grande reazione di squadra”, i dati raccontano che dei 18 duelli in campo ne ha vinti 10, più di qualsiasi altro compagno, ha recuperato 9 palloni e creato due occasioni (Thuram e Savona ringraziano). Per Thiago è uno degli alter ego di Vlahovic, inevitabilmente ancora di più in un momento come questo senza Milik, ma con il valore aggiunto che può essere sì un “titolare dell'ultima mezz'ora” ma anche un titolare vero e proprio. “Lui e Dusan sono giocatori diversi ma in momenti differenti della partita è importante avere questa diversità – ha ammesso Motta -. Kenan, oltre alla sua qualità tecnica e fisica, a volte con Koopmeiners può dare più fastidio ai difensori, che invece vogliono avere un riferimento come Dusan mentre lui non ne dà”. Qualità da numero 10.
koopmeiners speciale
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Al di là delle rotazioni e delle panchine periodiche destinate a tutti, Motta sa che quando qualcuno è pronto, in panchina è sprecato. Ed è per questo che uno come Koop l'ha rilanciato subito dal primo minuto a tre giorni dal ritorno in campo dopo l'infortunio. Convalescente ma indispensabile. Alla prima occasione utile dunque rieccolo al suo posto, alle spalle di Vlahovic. E lì, contro l'Udinese, è rimasto per tutti e 95 i minuti, anche quando poi il serbo si è accomodato in panchina. Con il recupero di “RoboKoop” Motta ha di nuovo il suo giocatore “speciale”. Nel secondo tempo del Bluenergy voleva sostituirlo, anche solo per farlo rifiatare, visto che non giocava una partita intera di Serie A dallo scorso 28 settembre, ma non ce l'ha fatta. Il Motta garante del benessere della squadra l'ha lasciato in campo, l'ha visto divorarsi la rete del 3-0 e poi ha assicurato che “il gol per lui arriverà, è speciale per quello che trasmette alla squadra. Sì, volevo cambiarlo ma non ci sono riuscito perché fa un gran bene alla squadra e non l'ho visto in sofferenza fisica. È diverso da tutti gli altri”. Deve ancora far vedere di cosa è capace ma chi non ha seguito la corsa di Savona dopo il gol avrà apprezzato l'immediata esultanza solitaria e sfrenata dell'olandese. Uomo squadra con ancora tanto da dimostrare, per 60 milioni di motivi.
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