Il Premio eno-letterario Vermentino per raccontare i territori e le storie del vino
Narrativa e vino. È il connubio alla base del Premio nazionale eno-letterario “Vermentino”, sul tema “Intrecci di vite”, che si è svolto a Olbia il 12 ottobre scorso, con la cerimonia conclusiva dell'annata 2024 condotta da Neri Marcoré.
Il Premio, spiegano gli organizzatori, è un ponte «tra il mondo vitivinicolo e la narrativa, e mediante la dimensione culturale dà una vera e propria impronta caratterizzante al Vermentino, che trova il suo habitat ideale nel perimetro territoriale ligure, toscano e sardo».
A vincere quest'anno il prestigioso Premio (che consiste in un voucher di ospitalità per due persone di una settimana in Gallura comprensivo di visite guidate alle produzioni) è stata Roberta Schirà con il suo I fiori hanno sempre ragione (Garzanti), che è stato scelto tra le 5 opere finaliste, selezionate tra le 24 candidate. Il romanzo è stato premiato dalla Giuria per aver messo in scena un emozionante percorso di crescita e rinascita interiore che fonde naturalmente precetti esistenziali e ricette di cucina, con il vino a recitare il ruolo di presenza discretamente ma indispensabile.
Il “Premio Territorio” – istituito l'anno scorso per premiare le opere in grado di valorizzare la territorialità identificando luoghi, aspetti culturali locali, ambientando le storie in contesti regionali, cittadini o rurali ben precisi – è andato al romanzo Il sentiero delle formichelle di Alessia Castellini (Piemme), per aver raccontato la Costiera amalfitana, un paesaggio di grande bellezza e suggestione, attraverso la storia di due piccole grandi donne, che con la loro fatica quotidiana fanno rivivere il senso di appartenenza ad una terra e ad una comunità . Sono state invece tre le “menzioni speciali” a pari merito per: La taverna degli assassini di Marcello Simoni (Newton Compton); Il campo di Gosto di Anna Luisa Pignatelli (Fazi editore) e Notte di vento che passaa di Milena Agus (Mondadori).
Per la prima volta sono state attribuite direttamente dalla Camera di Commercio di Sassari due “menzioni straordinarie fuori concorso” per gli autori sardi Giovanni Fancello e Sara Chessa con il loro Grazia Deledda e il cibo (Arcadia) e C'era una volta all'Asinara di Giampaolo Cassitta (Fratelli Frilli). Le due opere si sono distinte per il loro pregio nel valorizzare il territorio sardo con la sua storia, il mare che lo caratterizza, le tradizioni eno-gastronomiche e il tributo alla sua più grande scrittrice, Premio Nobel che ha fatto conoscere la Sardegna nel mondo .
L'iniziativa, nata otto anni fa da un'idea della Camera di Commercio di Sassari per far fare un salto di qualità alla manifestazione “Benvenuto Vermentino”, è rivolta alle case editrici italiane che possono candidarsi fino a due opere di narrativa edite legate ad aspetti delle produzioni vitivinicole, anche tramandate di padre in figlio, e del territorio.
Nel corso delle precedenti edizioni circa un centinaio gli editori che hanno partecipato presentando ben 170 volumi. Tra i vincitori delle passate edizioni: Alessia Coppola con Il profumo del mosto e dei ricordi della Newton Compton; Felicia Kingsley con Non è un paese per single della Newton, e Luca Ammirati con Tutti i colori tranne uno della Sperling & Kupfer.
A valutare le opere è stata una giuria tecnica, presieduta dal vicepresidente della Camera di Commercio di Sassari Maria Amelia Lai, composta da 7 membri in rappresentanza dei partner territoriali (i comuni di Olbia e di Castelnuovo Magra) e dei produttori vitivinicoli di Sardegna, Liguria e Toscana.