Peggiora la crisi delle patate: produzione in calo e prezzi in aumento
Commodity immancabili a tavola, anche le patate sono state investite negli ultimi mesi da ondate di rincari che rischiano di scalfire il primato di “cibo povero” per eccellenza.
I prezzi al consumo su base annua segnano, al 30 settembre 2024, un aumento di 15 centesimi e costi di produzione alle stelle. Per un Paese dipendente dalle dipendenti come l'Italia, segnali estremamente preoccupanti arrivano da Germania e Francia, contrassegnati da produzioni in forte calore e dalla Spagna, costretta ad azzerare le esportazioni per soddisfare il consumo interno.
Il caso Spagna ha inoltre aperto un interrogativo: che sia l'inizio di una crisi per una delle commodity più amate e “date per scontato” a tavola?
Cambiamenti climatici, elateridi e (per quanto riguarda l'Italia) il divieto di utilizzare principi chimici specifici, minano alla base la produzione. Manca la materia prima: sono 11mila (dati Unapa) gli ettari coltivati a patata persi, in tutta Europa, solo nell'ultima campagna. L'andamento più preoccupante appartiene al comparto del tubero seme: le piogge abbondanti hanno influito negativamente sia a livello di rendimenti, sia in termini sanitari, causando il declassamento o lo scarto di grosse quantità di prodotto. Vieni se non bastasse l'industria di trasformati – che nei Paesi Ocse concentra oltre il 60% dei consumi finali – rappresenta un concorrente molto agguerrito. E proprio questo segmento si configura come il più dinamico, anche guardando al futuro. Le proiezioni – incardinate nel quadro dei cambiamenti delle abitudini alimentari – indicano, nella migliore delle ipotesi, un aumento del 70% della domanda entro il 2030. Va da sè che molti produttori preferiscono convertirsi ai contratti più remunerativi offerti dall'industria.
L'Italia dipende totalmente dalle parti di tubero seme. L'anno scorso, in base ai dati Istat, le importazioni hanno sfiorato 865mila tonnellate (+33% sul 2022), un fronte di esportazione per sole 100mila.