La crisi dell’auto soffoca l’indotto: Michelin e Schaeffler licenziano migliaia di dipendenti
Schaeffler, proprietaria di Luk e Fag, lascerà a casa quasi 5mila dipendenti, si teme il coinvolgimento dello stabilimento nel novarese. Michelin chiude due fabbriche in Francia
Non si vede ancora la luce, in fondo al tunnel della crisi del settore automotive. Due gruppi dall'alto peso specifico vengono Michelin e Schaeffler hanno annunciato il licenziamento di migliaia di dipendenti in Europa, sintomo evidente di una profonda sofferenza che colpisce trasversalmente tanto i produttori di automobili (vedi Volkswagen) quanto l'indotto, e che al momento appare irreversibile. Se spiegare chi è Michelin è superfluo, Schaeffler è meno conosciuto ma con una presenza nel mondo dell'auto altrettanto capillare e se vogliamo strutturale. Infatti, il gruppo tedesco comprende marchi piuttosto noti, come Luca o Faccioimpegnati nel campo della componentistica per le quattro ruote e non solo.
SCHAEFFLER
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Schaeffler taglierà, dal 2025 al 2027, circa 4.700 posti di lavoro in Europa. Poco meno di 3mila riguarderanno una decina degli stabilimenti presenti in Germania, altri interesseranno cinque stabilimenti del Continente, dovuto dei quali chiudendo i battenti per sempre. Il timore – per nulla remoto – è che i tagli riguardino anche il sito di Momodalle parti di Novara. Tra le ragioni per le quali una parte dei dipendenti rimarrà a casa in seguito alla decisione – oltre all'indebolimento della domanda di automobili con i relativi componenti, e il mancato decollo, fin qui, delle auto elettriche – c'è l'acquisizione di Vitesco, ex fornitore concorrente delle aziende di Schaeffler: saranno tagliati i ruoli amministrativi, affinché l'integrazione non produca “doppioni”.
MICHELIN
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Radicali anche le scelte di Michelinche ha annunciato la chiusura di due stabilimenti in Europa. Nello specifico si tratta delle sedi di Cholet – nei pressi di Nantes – e di Vannes – nel nord ovest della Francia -, nelle quali attualmente lavorano poco meno di 1.300 persone. La Casa del bibendum ha spiegato che “non è stato possibile preservare la redditività dei due stabilimenti” per il “peggioramento della competitività dell'Europa, in particolare a causa dell'inflazione e dell'aumento dei prezzi dell'energia”. La produzione dei due stabilimenti si fermerà a partire dall'11 novembre, la chiusura definitiva è programmata al più tardi per inizio 2026.
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