Violenza giovanile: l’allarmante diffusione dell’uso del coltello tra i minori. ANPE: “Serve una svolta culturale ed educativa” – Orizzonte Scuola Notizie
In Italia, si sta assistendo a un'escalation di violenza tra i giovani, che trova il suo simbolo più inquietante e diffuso nel coltello: un'arma sempre più presente tra adolescenti e sempre più spesso utilizzata per risolvere diverbi e conflitti. Gli ultimi episodi di cronaca nera, in cui minori sono stati protagonisti e vittime di accoltellamenti, hanno scioccato l'opinione pubblica, evidenziando un fenomeno che non può più essere ignorato. Alla base di questa deriva si trovano un profondo disagio sociale e una grave mancanza di strumenti emotivi, che spingono i ragazzi a scelte drammatiche per risolvere incomprensioni o frustrazioni.
In molte storie di violenza giovanile, emergono il ritratto di adolescenti che, purtroppo, ricorrono alle armi come unica risposta alla loro incapacità di gestire emozioni negative e conflitti. Questi episodi apparentemente inspiegabili rivelano un malessere diffuso e complesso, che coinvolge ogni strato della società e affonda le sue radici in una crisi educativa, familiare e sociale e che richiede un approccio sistemico in cui siano previsti interventi educativi e non solo repressivi. Chiedere un cambio di rotta c'è ANPE, l'Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italianida sempre impegnata nel promuovere il benessere giovanile attraverso l'educazione e il sostegno pedagogico.
Un allarme sociale che richiede interventi educativi urgenti
La Presidente dell'ANPE, Dott.ssa Maria Angela Grassiha lanciato un monitor sul fenomeno, dichiarando: “L'aumento dell'uso del coltello tra giovani e giovanissimi non può più essere sottovalutato. Questo comportamento è il sintomo di un disagio profondo, che nasce dall'assenza di punti di riferimento e dalla crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni educative. È essenziale che la scuola e la famiglia riprendano il loro ruolo centrale, diventando i primi luoghi di formazione alla cittadinanza e alla convivenza civile. La repressione, per quanto necessaria, non basta: occorre un impegno concreto da parte delle istituzioni per attuare progetti di educazione emotiva e civica, così da fornire ai giovani gli strumenti per gestire le proprie emozioni, affrontando conflitti e frustrazioni senza ricorrere alla violenza.”
Una crisi educativa che coinvolge l'intera società
Anche la Vicepresidente dell'ANPE, Dott.ssa Paola Daniela Virgilioha espresso la sua posizione, sottolineando la necessità di prevenzione attraverso percorsi educativi strutturati: “La crescita di episodi violenti tra i giovani, in particolare l'uso del coltello, è indice di una crisi educativa profonda che coinvolge le famiglie, le scuole e l'intera società. Come pedagogisti, è nostro dovere comprendere le radici di questa rabbia sociale e aiutare i giovani a sviluppare competenze per gestire i conflitti. La nostra associazione crede fermamente nella prevenzione: fin dalla prima infanzia è fondamentale offrire sostegno educativo, promuovere la legalità e coltivare valori come l'empatia e il rispetto per gli altri. È fondamentale intervenire presto, creando ambienti sicuri e di ascolto in cui i ragazzi possono apprendere l'importanza dell'empatia e del rispetto per l'altro. Solo così potremo aiutare i ragazzi a costruire relazioni positive ea vivere in contesti di fiducia.”
Il coltello come simbolo di una crisi profonda
Negli ultimi anni, eventi drammatici come l'accoltellamento di una sedicenne a Bologna e la recente tragedia familiare nel milanese hanno scosso il Paese, portando alla ribalta una situazione ormai urgente: giovani disorientati, spesso senza figure di riferimento, che vedono nelle armi un' illusoria forma di potere e di autodifesa o una valvola di sfogo per frustrazioni inespresse. Il coltello, per molti adolescenti, da oggetto quotidiano, si trasforma così in simbolo di una crisi emotiva e sociale che colpisce fasce sempre più giovani della popolazione.
L'ANPE propone un piano d'azione per il cambiamento culturale
Per rispondere a questa emergenza, l'ANPE propone una strategia complessiva di prevenzione che mette al centro i giovani e le loro esigenze, attraverso la cooperazione di scuole, famiglie e istituzioni locali. La proposta è quella di intervenire su più fronti, promuovendo percorsi di educazione alla gestione emotiva, programmi di legalità e laboratori di ascolto e sostegno pedagogico.
L'obiettivo dell'ANPE: “Solo unendo le forze di tutti gli attori sociali sarà possibile creare un ambiente sicuro e di fiducia, che aiuti i giovani a crescere in un clima di rispetto reciproco e solidarietà. Un cambio di rotta che richiede non solo politiche di intervento tempestivo, ma anche una svolta culturale di lungo termine perché non possiamo più lasciare i nostri giovani senza strumenti adeguati per affrontare le sfide quotidiane. È il momento di costruire un futuro in cui la violenza non sia mai una soluzione, ma venga sostituita dal dialogo e dalla comprensione reciproca.”