“I sindacati non servono”. L'uomo di Musk in Italia svela la ricetta di Trump
Eccolo qui Andrea Stroppa30 anni, romano, uomo di fiducia di Elon Musk in Italia. Signor Stroppa, gli chiediamo, cosa non pensa della risposta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarellaalla polemica contro i giudici italiani sollevata da Mister Tesla? “Su questo non posso rispondere”. Ok, è logico che sia così. Anche perché se parla con Stroppa (domani su ilGiornale in edicola pubblicheremo un'ampia intervista in esclusiva), capisci che Musk non è quel mostro reazionario che la sinistra vuol far credere. Se chiedi a Stroppa se Musk è di destra, lui risponde di “no”. Se gli chiedi come si può definire politicamente Musk, lui risponde: centrista.
Capito? Stroppa sostiene che Musk è un imprenditore molto concreto, libero, indipendente, con un enorme patrimonio da gestire, timido, umile, che ha grandi sogni su come modificare la società e il mondo e renderli migliori e più vivibili. E per questo si è impegnato a fianco di Donald Trumpperché Trump ha tante idee che coincidono con le sue. Sull'economia, sull'immigrazionesulla gestione dello Stato, sulla riforma della Giustizia. Stroppa si sente tutti i giorni con Musk. Dadi: prima di tutto siamo amici.
E Trump, gli chiediamo, cosa pensa dell'Italia? Risponde che si fida del premier Giorgia Meloni e di Matteo Salvinigli piacciono, e credono che abbiamo compiti importanti.
Quali? Prima di tutto radere al suolo la burocraziapoi cambiare il management delle aziende pubbliche, rilanciare l'idea della competizione, e infine rifare il Pnrr. E la prima battaglia di Musk quale sarà? Demolire la cultura Woke. E, invece, io sindacati? Beh, quelli non servono.