Commissione Ue, Metzola: c’è tempo per votare il 27. Ecco tutti gli scenari
C'è una domanda che in questi giorni di scontro tra Popolari e Socialisti per la nomina della prossima Commissione circola ai piani alti delle istituzioni europee: che gioco fa Manfred Weberil presidente tedesco del Ppe che cinque anni fa fu estromesso dalla corsa alla presidenza dell'esecutivo per fare spazio alla connazionale e collega di partito Ursula von der Leyen? Prestare il partito agli interessi della componente spagnola che attacca la vicepresidente esecutiva designata, Teresa Riberasocialistaper colpire il governo Sanchez e tentare di coprire le responsabilità di Carlos Mazon, governatore popolare della Regione di Valencia, per le pesantissime conseguenze della catastrofica alluvione del 29 ottobre, sta diventando un gioco molto pericoloso che rischia di far saltare il banco e il bis di Ursula, riportando le lancette indietro di cinque mesi. La conseguenza è che i socialisti, per proteggere la loro principale candidata in un esecutivo spostato per forza di cose a destra, hanno preso in ostaggio Raffaele Fittocontestandone non le competenze o la performance in audizione ma le deleghe da vicepresidente esecutivo in quanto esponente di FdI-Ecr, forza politica che a luglio non ha votato la von der Leyen.
Consapevole dei rischi a cui le istituzioni europee stanno andando incontro, la presidente del Parlamento, Roberta Metzola, cerca di stemperare i toni e ricorda che il voto per la nuova Commissione è previsto a fine mese. «Il Parlamento europeo voterà la prossima Commissione il 27 novembre. C'è ancora tempo. L'Aula è pienamente impegnata a far entrare in carica la nuova Commissione. Questa è una nostra responsabilità e la prendiamo molto seriamente. Soprattutto se guardiamo a ciò che sta accadendo nel mondo».
Weber e la strategia dei due forni
Giunti a questo punto, infatti, non rischiare solo la Ribera o Fitto, a prescindere dalle audizioni che sono andate benissimo. Il nodo è tutto politico e se cade uno di loro ne cadono almeno altri due o tre, compreso il macroniano Stéphane Séjourné ea quel punto tutta la squadra messa insieme da von der Leyen che ci rimetterebbe la faccia e l'incarico. Questo spiega l'intenso attivismo del presidente nel difendere tutto il pacchetto di nomi e deleghe, e cercare di superare un problema che è prima di tutto nel suo partito, il Ppe. «Che Weber potesse adottare la strategia dei due forni, alleandosi di volta in volta con i Socialisti o con le destre era molto prevedibile – nota un alto funzionario europeo – ma pensavamo aspettasse almeno il voto finale sull'esecutivo e l'avvio della nuova legislatura . Invece ha iniziato molto presto, forse troppo». Non è un caso che in questi giorni di scontri e tensioni, Weber sia rimasto silente e dietro le quinte.
Il compromesso possibile sulle deleghe di Ribera e Fitto
Le trattative in Parlamento proseguono senza sosta ma la sensazione è che bisognerà attendere almeno l'inizio della prossima settimana per una soluzione. Gli scenari al momento sono tre.
Il primopiù gradito alla von der Leyen ma forse il meno probabile, è che tutto si risolva in una bolla di sapone e il pacchetto venga approvato senza modifiche, né dei nomi né delle deleghe. Richiederebbe che il Ppe, con un appello al senso di responsabilità, facesse rientrare le pretese della componente spagnola contro la Ribera. Ciò permetterebbe ai socialisti di accantonare quella di togliere la vicepresidenza a Fitto. La strada per il voto su tutto l'esecutivo il 27 novembre sarebbe spianata e la nuova Commissione entrerebbe in carica il 1° dicembre come previsto. Al punto a cui è giunto lo scontro sembra una soluzione molto difficile, ma in politica tutto è possibile.