Previsioni Ue: leggera ripresa nel 2025, ma non mancano rischi per l’economia
BRUXELLES – Pubblicando le sue previsioni d'autunno, la Commissione europea ha avvertito che negli ultimi mesi sono aumentati i rischi sul futuro dell'economia. Tra i motivi di questo allarme, Bruxelles cita le profonde trasformazioni nel settore industriale; la perdurante guerra in Ucraina; il pericolo di politiche protezionistiche sul fronte americano dopo la rielezione di Donald Trump; le catastrofi ambientali; e, infine, i ritardi nell'attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza.
Ha spiegato in un comunicato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis: «Dobbiamo affrontare le sfide strutturali di lunga lena, aumentare la produttività e fare in modo che l'economia dell'Unione europea rimanga competitiva a livello globale». Ha aggiunto il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni: «Gli Stati membri dovranno percorrere un sentiero stretto per ridurre i livelli di debito, sostenendo nel contemporaneo la crescita».
Le cifre
Quanto alle cifre pubblicate oggi, venerdì 15 novembre, le stime comunitarie confermano grosso modo le previsioni di mercato. La crescita nella zona euro dovrebbe essere dello 0,8% nel 2024, in aumento all'1,3% nel 2025 e all'1,6% nel 2026. La Commissione europea nota un aumento degli investimenti e dei consumi sulla scia di un calo dell'inflazione. L'incremento annuo dei prezzi passerà dal 5,4% nel 2023 al 2,4% nel 2024, per scendere ulteriormente al 2,1% nel 2025.
Tuttavia, come detto, la situazione è fragile. L'incertezza ei rischi negativi per le prospettive economiche sono aumentati. «La prolungata guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e l'intensificarsi del conflitto in Medio Oriente alimentano i rischi geopolitici ei rischi per la sicurezza energetica. Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali potrebbe sconvolgere il commercio globale». Il riferimento è alle future scelte di Donald Trump.
Le sfide dell'Unione sul fronte interno
Sul fronte interno, precisa la Commissione, «l'incertezza politica e le sfide strutturali nel settore manifatturiero potrebbero comportare ulteriori perdite di competitività e pesare sulla crescita e sul mercato del lavoro». Lo sguardo corre alla situazione dell'industria automobilistica così come alla crisi della siderurgia. «Inoltre, i ritardi nell'attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza potrebbero frenare ulteriormente la ripresa della crescita». Una accelerazione della spesa è prevista in Italia nel 2025.