Monsignor Castellucci sull’autonomia dfferenziata: «Noi in sintonia con la Consulta»
«Siamo in sintonia con la Consulta». Monsignor Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, commenta la parziale bocciatura da parte della Corte costituzionale di sette punti della riforma sull'autonomia differenziata dicendo che «non siamo rimasti sorpresi. Non è un caso che alcune obiezioni della Consulta incrocino le preoccupazioni espresse nel maggio scorso dai vescovi», perché, per la nota Cei che esprimeva forti dubbi sul provvedimeno «ci eravamo affidati a pareri autorevoli ea qualche vescovo che aveva le mani in pasta». La Nota, ha aggiunto «non era una risposta alla contingenza. ma richiamava un quadro generale, rifacendosi ai principi di sussidiarietà e solidarietà». La Chiesa, che ha iniziato la sua prima Assemblea sinodale (la seconda si terrà tra marzo e aprile) vuole camminare insieme e auspica che possa farlo l'intero Paese. Ma prima, hanno detto sia monsignor Castellucci che don Valentino Bulgarelli, sotto-segretario della Cei, «occorre sbloccare alcune domande che ci appesantiscono». È il caso, per esempio, della «sovrabbondanza di strutture che rispondono a una cristianità che non c'è più». Non solo strutture materiali, ma burocratiche, di impostazioni «mentali dovute anche a forme di tradizionalismo che non provengono più da un certo animo di fede ma dal bisogno di una certa identità». «Inoltre ci vuole una maggiore apertura alla guida delle comunità da parte di laici ei laiche. E c'è anche «una questione femminile che va sbloccata». Don Bulgarelli ha ricordato che all'assemblea parteciparono circa mille delegati: 4 cardinali, 170 vescovi su 226 diocesi, 28 suore, 210 laici e 274 laiche».
I lavori, che affronteranno anche il tema degli abusi e che vedranno una significativa veglia di preghiera per chiedere perdono, entrano nel vivo sabato 16 per concludersi domenica 17. Teatro del confronto la basilica di San Paolo fuori le mura, «tanto legata al Concilio Vaticano II. La cornice ideale per ascoltarci», ha sottolineato don Bulgarelli. E anche papa Francesco, nel messaggio inviato all'apertura dei lavori ha richiamato il Concilio: «Non dimentichiamo che proprio nella Basilica dove vi trovate, il 25 gennaio 1959 San Giovanni XXIII diede l'annuncio del Concilio Vaticano II. E in seguito spiegò: “Questo si richiede ora alla Chiesa: di immettere l'energia perenne, vivificante, divina del Vangelo nelle vene di quella che è oggi la comunità umana”. Anche oggi, come allora, siamo invitati a portare il lieto annuncio con gioia!». Il Pontefice ha esortato i pastori «a guidare le comunità sulla via della comunione, della partecipazione e della missione. Il Cammino sinodale sviluppa anche le energie affinché la Chiesa possa compiere al meglio il suo impegno per il Paese. Gesù contemplava le folle e ne sapeva comprendere le sofferenze e le attese, il bisogno del pane per il corpo e di quello per l'anima. Così siamo chiamati a guardare alla società in cui viviamo con uno sguardo di compassione per preparare il futuro, superando atteggiamenti non evangelici, quali la mancanza di speranza, il vittimismo, la paura, le chiusure. L'orizzonte si apre davanti a voi: continuate a gettare il seme della Parola nella terra perché dia frutto».