Gwen Stefani, ‘Bouquet è il mio disco più nudo’ – Musica – Ansa.it
Dopo la reunion sul palco dello scorso festival di Coachella con i suoi No Doubt, Gwen Stefani torna in scena in versione solista e lo fa con un disco pensato e realizzato alla vecchia maniera, tra band al gran completo e sonorità lontane da quelle della diva del pop che è diventata, ma anche dal rock e dal punk che è stata. Bouquet, il nuovo album in uscita il 15 novembre un tutto il mondo, è l'essenza della Gwen di oggi, una cantautrice rock che non ha necessità di guardare al passato, più o meno recente, ma nemmeno al futuro, che potrebbe (magari , chissà) cambiando ancora tutte, ma proprio tutte, le carte in tavola. E allora via i panni ei lustrini del pop mainstream e si apra il sipario su quello che l'artista stesso a definito “il disco più nudo a cui ho mai lavorato”.
E non tragga d'inganno la cover dell'album che rimanda al mondo country, al quale Bouquet non appartiene, se non, forse, per l'essenzialità e il realismo dei suoni. Lo aveva chiarito già tempo fa, Gwen, che questo “non sarebbe stato un disco country”. Sono, in totale, dieci tracce inserite nella scaletta di Bouquet e vanno da Somebody Else's fino a Purple Iris (in collaborazione con Blake Shelton). La prima è stata il singolo che ha inaugurato il nuovo viaggio in note della Stefani, all'insegna del soft-rock e di una chitarra che riporta diretti agli anni Settanta (quelli migliori). Nel mezzo, un intero caleidoscopio di suoni. “Ci sono tutti i suoni che ascoltavo su una station wagon, mentre guidavo per andare in chiesa – ha rivelato Gwen Stefani a proposito dell'album – compreso lo yacht rock, anche se allora non lo si chiamava così. È il genere di musica che ascolto anche ora Per questo credo che Bouquet sia un titolo perfetto”. Registrato anche in quel di Nashville (ma no, il paese non c'entra nemmeno in questo caso), Bouquet passa attraverso diverse sonorità, che riportano ai vari mondi musicali che Gwen Stefani ha attraversato nel corso di una lunga carriera.
Swallow My Tears, ora in radio in Italia, è invece il secondo singolo pubblicato e rappresenta, come il predecessore, un brano pop-rock perfetto per le radio. “La canzone – ha spiegato la cantante – è stata scritta in Oklahoma, in un ranch. Avevo questo capriccio di lavorare in un luogo simile con degli autori fantastici. E immaginavo che se fossi andato in Oklahoma, loro mi avrebbero seguito. Ci siamo fiondati su una jeep, fuori pioveva, guidavamo verso il ranch e sono venute fuori queste canzoni che sono così preziose Questo singolo racconta molto della mia storia personale”. Una sorta di manifestazione di intenti senza tanti ricami, quella di Bouquet, tra intuizione e debolezza, fiducia ed onestà emotiva. Per dirla con le parole di Gwen Stefani: “È una mia grande dichiarazione”.
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