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Arabia Saudita, un ponte tra culture: i viaggi di Oasis per scoprirne la storia



Wadi Disah, Al-Ula, Diriyah, Hisma, Tabuk, Khaybar sono alcuni luoghi dell'Arabia Saudita che possono risultare ancora sconosciuti. D'altra parte, il 27 settembre 2019 il Governo saudita ha introdotto per 57 nazionalità il visto elettronico per 4 motivi di viaggio: turismo, eventi, visita ai parenti o pellegrinaggio (Umrah, cioè pellegrinaggio minore). La portata storica della decisione si è tradotta nell'esorbitante impennata del tasso di crescita (+73%) degli arrivi turistici internazionali rilevati dall'ultimo rapporto del Barometro mondiale del turismo delle Nazioni Unite, che colloca l'Arabia Saudita come il paese del G20 più performante nei primi sette mesi del 2024. 800 miliardi l'investimento in turismo finora effettuato dal Paese.

Posizionandosi come luogo di scambio culturale tra Occidente e mondo islamico, Fondazione Internazionale Oasis, nata nel 2004 per iniziativa del Cardinale Angelo Scola, raccoglie con grande interesse la sfida/opportunità offerta dal più grande Stato arabo dell'Asia occidentale. A partire dal 2025 decidiamo di affiancare ai progetti di ricerca l'organizzazione di viaggi nei luoghi che segnano ancora oggi la storia della cultura araba. Conoscere più da vicino l'Islam e scoprire la realtà culturale e religiosa del luogo costituiscono, infatti, l'orizzonte dei viaggi accompagnati dalla presenza dei ricercatori di Oasis. Facendo leva, infatti, sui rapporti consolidati con il mondo islamico, verranno resi accessibili contesti altrimenti difficilmente approcciabili dal singolo turista o osservatore.

Quello in Arabia Saudita, dal 17 al 26 febbraio del 2025, sarà, dunque, solo il primo dei viaggi che Fondazione Oasis, grazie a una partnership con Duomo Viaggi & Turismoagenzia di riferimento della Diocesi di Milano, sarà in grado di offrire. Prossime mete Marocco ed Emirati Arabi Uniti, dove verrà data anche la possibilità di incontrare le comunità cristiane che vivono in questi Paesi.

Sul versante dell'itinerario studiato per la visita dell'Arabia Saudita, dopo il primo giorno dedicato al viaggio, verranno dedicate due giornate intere alla capitale, compresi, tra l'altro, la grande moschea al-Rahji e il Palazzo storico Murabba, prima sede della famiglia reale.

La carta stradale prevede anche lo spostamento a Diriyah, capitale del Primo Emirato saudita, dove si trova al-Turaif, sito UNESCO fatto di mattoni cotti dal sole. Il terzo giorno si conclude con il volo per Tabuk, città localizzata nel Nord dell'Arabia, sede della Moschea Al-Tawba, ossia la Moschea del Pentimento. L'indomani mattina (quarta giornata) è dedicata all'escursione nel deserto di Wadi Rum e, a seguire, la visita delle oasi e del monte Shaddad dove si possono ammirare iscrizioni arabe e nabatee.

Wadi Disah è, invece, la vallata nella provincia di Tabuk caratterizzata da montagne rosse e oasi che si raggiungono il quinto giorno. Da qui, si prosegue verso Al-Ula, la città nabatea fondata nel VI secolo aC e luogo di sosta di Maometto durante la sua campagna del 630 contro Tabuk stesso. Al-Ula è situata a sud di Petra sulla rotta carovaniera della via dell'incenso, che dallo Yemen portava a Petra e da lì al Mediterraneo. La tappa di al-Ula permette ai visitatori di arrivare anche a Hegra, Patrimonio Unesco e importante sito archeologico nabateo. Rientra nell'itinerario del settimo giorno la visita di Khaybar, sito archeologico e importante centro di commercio, da cui si prosegue per Medina, città santa per l'islam (la più importante dopo La Mecca), con sosta davanti alla Moschea del Profeta Maometto . Il nucleo centrale della struttura è edificato attorno alle tombe del Profeta. Ai non musulmani è vietato l'ingresso nella moschea. La settima giornata si chiude sul treno veloce per Gedda, originariamente villaggio di pescatori, divenuto seconda città più grande dell'Arabia Saudita e primo porto commerciale sul Mar Rosso. Il giorno successivo (l'ottavo) verrà trascorso interamente a Gedda, per vedere, tra l'altro, al-Makkiah, residenza privata dell'architetto e storico Sami Angawi, centro culturale riconosciuto a livello mondiale. Nel pomeriggio si attraverserà al-Balad, la città vecchia abbandonata all'inizio degli anni '70.

La Fondazione Internazionale Oasis – fondata dal Cardinale Angelo Scola studia le società musulmane contemporanee, con una particolare attenzione alla loro dimensione religiosa, ma attraverso un approccio transdisciplinare che punta a far emergere la rilevanza pubblica della religione e le implicazioni culturali, sociali e politiche dell' incontro tra mondo islamico e Occidente. Nel lavoro di Oasis occupa un posto privilegiato anche la vita e la storia delle comunità cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana. Oasis è nata nel 2004 per iniziativa del Cardinale Angelo Scola, e si è costituita in Fondazione indipendente nel 2009.





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