Il bullo? “Fragile quanto la vittima. Questa società ci vuole perfetti e l'empatia viene corrosa. L'educazione sentimentale può essere la chiave”. INTERVISTA con Stefano Rossi – Orizzonte Scuola Notizie
Violenza e aggressività a scuola senza confini. Fra aggressioni a docenti e personale scolastico e bullismo, lo scenario della scuola italiana fa veramente paura.
Nei nostri approfondimenti poniamo spesso l'accento su quali possono essere le cause di una violenza senza precedenti, che diciamolo chiaramente, riguarda tanto la scuola quanto la società intera.
In tutto ciò che i ragazzi appaiono disorientati, da genitori che forse non stanno comprendendo la complessità del mondo che viviamo e che anzi, spesso, sono i primi protagonisti in negativo di questo quadro, o direttamente o impartiti.
Anche la scuola è disorientata e troppo spesso ci si affida alle azioni dei singoli piuttosto che trovare una strada comune che possa contenere gli effetti di tale situazione.
Di violenza, bullismo e aggressività ne parliamo con Stefano Rossipsicopedagogista, riconosciuto tra i massimi esperti di adolescenza ed educazione emotiva in Italia. Ha affrontato proprio il tema dell'educazione emotiva nel suo ultimo libro “Sentimenti malEducati. Coltivare l'intelligenza affettiva per insegnare ai ragazzi le cose dell'amore” edito da Feltrinelli.
Ad Orizzonte Scuola ragiona su come l'educazione alle emozioni possa essere la chiave per combattere la violenza a scuola e il bullismo.
La violenza a scuola dilaga. I ragazzi aggrediscono gli insegnanti e il personale scolastico che non sembra sapere come reagire. Che sta succedendo?
Da un certo punto di vista la mente adolescente si confronta in modo diretto con l'aggressività. L'adolescente può essere definito l'artista che nel cercare di far nascere il quadro della sua identità, deve trovare un equilibrio fra la sua forza e la sua forma. Non a caso il tema della forma, del corpo, della bellezza è un tema presente, come quello dell'aggressività negli adolescenti. Nell'ultimo periodo riscontro quello che dovremmo chiamare l'analfabetismo emotivo, la vera radice in ogni forma di violenza. Se la violenza è una sassaiola, un cuore è analfabeta quando è appesantito, gravato e ferito da un un numero di sassi senza nome. Di fronte a questi sassi che pesano molti adolescenti scelgono di scagliarli questi sassi contro il mondo, contro i compagni ei professori. Ma c'è un numero maggiore di adolescenti che invece scagliano questi sassi contro se stessi, come l'autolesionismo oi disturbi alimentari.
C'è da prestare attenzione anche al bullismo, che miete vittime da sempre ma che negli ultimi anni prende una piega inquietante. Può la violenza essere in realtà un vero e proprio sintomo di fragilità di questi ragazzi?
Il bullismo ci parla sia della fragilità delle vittime che non riescono a proteggersi, sia di quella di chi assiste senza muovere un dito che della fragilità dei bulli. Da 20 anni lavoro con i ragazzi vittime di bullismo ei loro carnefici. Il bullo è un ragazzo o una ragazza che ha il cuore allagato dalla vergona. I bulli sono spesso ragazzi svergognati, umiliati o mortificati, che hanno sviluppato un sé fragilissimo che nascondono dietro la maschera del bullo. Il bullo rivede nella vittima se stesso. Rivede in quel compagno la propria fragilità. Il bullo stalkerizza la sua vittima. La vittima non ha alcuna colpa, sottolineiamolo. La vittima ricorda al bullo la propria fragilità e quindi il bullo cerca di rompere quello specchio, eliminarla.
La fragilità dei ragazzi dove nasce? Dalla famiglia o dalla società?
Credo che la fragilità dei nostri ragazzi dipenda dallo spirito del tempo che viviamo. Ai ragazzi di ieri è stato chiesto di essere bravi, mentre a questi ragazzi viene chiesto dalla famiglia, dalla scuola e dai social, di essere perfetti. Si divide il mondo in vincenti e perdenti. Il perdente è colpevolizzato per la sua sconfitta ma anche il vincente, il peccatore di turno, è condannato a reiterare la sua vittoria all'infinito. Mentre il perdente viene aggredito dal sentimento della vergogna il vincitore dal sentimento dell'ansia. Poi c'è un altro aspetto.
Quale?
La frammentazione della famiglia. Le famiglie vanno sempre più spesso in frantumi e noi abbiamo normalizzato questi episodi ma per un bambino o un adolescente la famiglia che si rompe è un lutto, la mente viene allagata e sequestrata da pensieri ed emozioni che rendono più difficile l'apprendimento e creano quei sassi che vengono scagliati contro il mondo o contro se stessi. In questo mondo è difficile essere insegnanti, è difficile essere genitori ma è difficile essere anche adolescenti.
La scuola però sembra essere travolta da tutto ciò: gli insegnanti sono ovviamente disorientati e soprattutto sentono che il loro lavoro diventa sempre più delicato. Cosa si sente di dire agli insegnanti?
Noi dobbiamo ripartire dall'educazione emotiva, dobbiamo comprendere come funzionano le nostre emozioni e quelle dei ragazzi. L'educazione emotiva io la definisco l'arte di trasformare i sassi in parole. Nel mio libro parlo proprio di sentimenti maleducati. Io condivido con i docenti delle metafore e delle storie che hanno l'obiettivo di coltivare in questa generazione disorientata, sia una mente critica che un cuore intelligente, in grado cioè di sentire sia i propri sentimenti che quelli dell'altro. Questo perché noi dobbiamo lavorare sull'empatia. Siamo in una società narcisistica in cui l'empatia viene corrosa.
Per contrastare la violenza il Governo e il Ministero sono intervenuti. In particolare si è introdotta una riforma del voto in condotta e modifiche al sistema delle sospensioni. Pensi che tali misure possano essere efficaci?
Se noi vogliamo andare al cuore della questione bullismo, dell'aggressività e della violenza non possiamo fermarci sul piano dei comportamenti. Il bullo è un ragazzo o ragazza che ha grosse difficoltà nel gestire la propria emotività e fragilità. Da un lato un ragazzo che sbaglia deve avere la possibilità di agire tramite una sanzione riparativa, perché deve sentire che agendo nel bene lui si sentirà meglio, bisogna far sentire al ragazzo che c'è un altro modo per trasformare la sua forza. Si tratta di proporre attività importanti per riparare ciò che si è rotto all'esterno ma anche dentro di sé.
E poi?
Allo stesso tempo bisogna sottolineare con forza l'importanza dell'educazione sentimentale che non deve abbracciare solo il bullo ma anche la vittima ei ragazzi che si voltano dall'altra parte o sostengono il bullo. Bisogna insegnare che anche i bulli hanno il diritto di chiedere aiuto. Ma dobbiamo anche mettere i confini, quindi non dire agli altri un sì che è un no. La violenza, mai accettabile, non deve essere confusa con la rabbia, che è giusta, che rappresenta l'emozione del No. Quindi per andare alla radice del problema bisogna puntare sull'educazione sentimentale.