Stasera in tv: “Piove” su Rai 4
Recensione e tutto quello che c’è da sapere su “Piove”, il film horror diretto da Paolo Strippoli (A Classic Horror Story) e interpretato da Fabrizio Rongione, Cristiana Dell’Anna e Francesco Gheghi.
20 Novembre 2024 11:13
Piove, su Rai 4 il film horror di Paolo Strippoli scritto con lo sceneggiatore Jacopo Del Giudice. Il film racconta di una pioggia incessante e di una melma grigiastra e un vapore denso che tracimano da condotti e tombini, scatenando in chiunque respiri questo misterioso vapore una rabbia feroce e incontrollabile.
Piove – Cast e personaggi
Fabrizio Rongione: Thomas
Cristiana Dell’Anna: Cristina
Francesco Gheghi: Enrico
Leon de la Vallée: Gianluca
Ondina Quadri: Alice
Orso Maria Guerrini: Sig. Ferrini
Elena Di Cioccio: Marta
Nicolò Galasso: Giacomo
Federigo Ceci: Leonardo
Pietro Bontempo: Padre di Giacomo
Aurora Menenti: Barbara
Piove – Trama e trailer
Da qualche giorno Roma è teatro di un evento singolare: quando piove condotti e tombini tracimano con una melma grigiastra ed esalano un vapore denso di cui non si conosce l’origine. Nessuno può immaginare che chiunque respiri questo misterioso vapore dovrà farà i conti con ciò che reprime, i suoi istinti più oscuri, la sua rabbia. Neanche la famiglia Morel. Dalla morte di Cristina, causata da un incidente un anno fa, per il marito Thomas e il figlio Enrico, l’amore ha ceduto il posto a una convivenza forzata, mentre la piccola di casa, Barbara, vorrebbe solo rivederli uniti come un tempo. L’incidente si poteva evitare, questo lo sa bene Thomas e anche Enrico. Invece di assumersi le proprie colpe e andare avanti, i due hanno smesso di parlarsi. Ora sono due anime cariche di rabbia, imprigionate in una Roma che assomiglia a loro: cupa, nervosa, sul punto di esplodere.
Dopo l’esordio con “A Classic Horror Story” co-diretto con Roberto De Feo (The Nest – Il nido), un horror di pregevole fattura purtroppo minato da una svolta finale troppo costruita e “urlata” che non abbiamo apprezzato, il regista Paolo Strippoli torna dietro la macchina da presa, stavolta i solitaria, per narrarci un altro horror. Stavolta l’orrore che Strippoli ci propone con “Piove” è di stampo psicologico, con una suggestiva digressione sul filone epidemia/infetti che abbiamo recentemente apprezzato, in una modalità più satirica, anche nell’ottimo thriller-horror franco-belga Vincent deve morire.
Quello di Strippoli è un horror che sfocia in atmosfere quasi oniriche, l’utilizzo magistrale della fotografia unito ad una regia pulita ed elegante fanno da cornice ad un dramma familiare e ad un conflittuale rapporto padre-figlio, che si consuma sullo sfondo di una sorta di epidemia di collera irrefrenabile scaturita da un misterioso vapore. Le atmosfere sospese del film e la sensazione di qualcosa di minaccioso e incombente rievocano storie di fantasmi come il The Fog di Carpenter, ma anche cult ansiogeni come La città verrà distrutta all’alba di Romero. Strippoli però regala al film un suo ritmo, una sua personalità, una sorta di lettura dell’animo umano che spesso nasconde qualcosa di più oscuro e pauroso di qualsiasi evento apocalittico.
“Piove” è un horror urbano che ci racconta di come spesso la città con la sua anima di ansia e cemento diventi per qualcuno un “non luogo” cupo e minaccioso. Un qualcosa che logora l’anima e mina la psiche cibandosi di ansie, paure e frustrazioni. Un luogo freddo e inospitale che Strippoli trasforma in un bosco oscuro, nell’antro minaccioso dell’IT di Stephen King, in cui le fogne diventano al contempo sia la tana del mostro che il nido in cui coviamo tutte le nostre paure e insicurezze.
Con “Classic Horror Story” qualcuno con eccessivo entusiasmo ha gridato al miracolo, per carità un film degno di nota, ma è con “Piove” che Strippoli dimostra di saper maneggiare il genere nella sua più intimistica essenza e nella sua natura più eclettica. “Piove” narra di di un orrore strisciante che emerge da un quotidiano grigio che potrebbe ammorbare ognuno di noi. Su schermo niente di urlato o forzato, ma un semplice bisbiglio nell’orecchio in grado di far accapponare la pelle e rimestare nel fondo della nostra coscienza turbata. Un crescendo di violenza e aggressività diventata ormai la normalità ci circonda a ricordarci, parafrasando un grande creatore di incubi, che forse “Abbiamo guardato troppo nell’abisso e ora è l’abisso che sta guardando tutti noi”.
Curiosità
- Il film che ha vinto il Premio della Giuria al Brooklyn Horror Film Fest di Shudder è la seconda regia di Paolo Strippoli dopo aver co-diretto con Roberto De Feo il thriller-horror A Classic Horror Story.
- Paolo Strippoli è nato a Corato, Bari, nel 1993. Si è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dopo essersi laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza. Nel 2019 vince il premio Franco Solinas al miglior soggetto con il film L’angelo infelice. Nel 2020 dirige con Roberto De Feo il film originale Netflix “A Classic Horror Story”, con il quale vince il premio per la miglior regia al 67° Taormina Film Fest. Nel 2021 dirige il suo secondo lungometraggio, l’horror psicologico di prossima uscita Piove.
- Jacopo Del Giudice nasce a Firenze nel 1991. Si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza. Frequenta la New York Film Academy a New York, poi si diploma in sceneggiatura alla scuola Omero e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ora è tutor di sceneggiatura. È vincitore di due premi Solinas: nel 2017 per la miglior sceneggiatura con “Piove£; nel 2019 per il miglior soggetto con il film “L’angelo infelice”, scritto con Paolo Strippoli e Milo Tissone. Dal 2021 insegna presso la Scuola di Cinema Mazzacurati e a La Bottega della Sceneggiatura, iniziativa congiunta di Netflix e Premio Solinas sulla scrittura seriale.
- Il team che ha supportato Strippoli dietro le quinte ha incluso il montatore Marco Spoletini (Gomorra, Il racconto dei Racconti, La terra dell’abbastanza, Dogman), lo scenografo Nello Giorgetti (Phenomena, Evilenko, 5 è il numero perfetto), la costumista Nicoletta Taranta (Romanzo criminale, A Ciambra, A Chiara), con Giuseppe Squillaci (Ustica, 5 è il numero perfetto, Eddie & Sunny) supervisore VFX e Teresa Razzauti (Diabolik, House of Gucci) direttrice del casting. Per il comparto sonoro: Suono presa diretta di Paul Maernoudt e Antoine Vandendriessche (Il primo re, Miss Marx, Freaks Out), Sound design di Marc Bastien (Nico1988, Doppio Sospetto, Miss Marx) e Sound Mix di Franco Piscopo (Il Primo Re, Miss Marx, Freaks Out).
- La fotografia di “Piove” è curata da Cristiano Di Nicola. Romano classe 1990, De Nicola è nel mondo della pubblicità, ha firmato la fotografia del corto prodotto in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia e Istituto Luce Cinecittà Anne, vincitore del Premio David di Donatello 2021 come Miglior Cortometraggio, e di due lungometraggi: Gelsomina Verde di Massimiliano Pacifico e Movida il docufilm d’esordio di Alessandro Padovani, vincitore al 14° SalinaDocFest. Cristiano ha realizzato la fotografia di tre lungometraggi: “Piove” di Paolo Strippoli, “Vetro” di Domenico Croce e I Viaggiatori di Ludovico di Martino.
- “Piove” è Prodotto da Marina Marzotto e Mattia Oddone. Coprodotto da Joseph Rouschop, Jean-Yves Roubin e Isabella Orsini. Organizzatore generale Gabriele (Pacio) Pacitto e Produttori esecutivi Marina Marzorto e Annick Mahner.
Note di regia
“Piove” è una storia di fantasmi senza fantasmi. Della ghost story rispetta gli appuntamenti narrativi, la sospensione, e d’altronde le “presenze” che il vapore evoca potrebbero sembrare proprio dei fantasmi. E invece sono i nostri istinti più oscuri, i demoni che nascondiamo in fondo al petto, che sfamiamo senza rendercene conto. La nostra rabbia. L’idea di realizzare un horror sulla rabbia a Roma mi ha da subito rapito per la sua veridicità. La Roma di Piove è costantemente sul punto di esplodere, e non è troppo distante da quella reale. Basta trovarsi in fila al supermercato, alle poste o in un autobus troppo pieno, per sentirla strisciare tra la gente. È la stessa rabbia che alimenta le declinazioni peggiori della politica di oggi, che dà adito agli sfoghi più beceri sui social network, che ci rende sempre più individualisti. Piove individua la causa di tutto questo nell’incomunicabilità e ne ricerca l’antidoto attraverso la storia familiare dei Morel, i protagonisti del film, che diventano sineddoche di un’intera società.
L’ambientazione di Piove è una Roma lontana dagli estremi. Non è la periferia più difficile né i quartieri dell’alta borghesia. La “grande bellezza” è lontana chilometri. È una Roma intrisa di quotidianità, fatta di palazzoni che sovrastano i protagonisti diventando veri e propri personaggi del film. È una Roma tinta d’argento, incorniciata dal cielo d’inverno. Ma il pallore della città è spezzato dalle frequenti visioni horror, incursioni violente anche da un punto di vista cromatico: una ragazza nuda che compare in un condotto fognario, un’utilitaria rossa che taglia la strada all’auto di Thomas, una miriade di palloncini cromati nel corridoio di un appartamento e molto altro. Poiché credo che ogni horror che si rispetti debba avere le sue icone, sono convinto che Piove trovi le sue nelle lacrime nere che annunciano la trasformazione dei personaggi e nel “mostro” di fango del finale, che si ispira ai corpi disfatti e contorti di Francis Bacon.
[Paolo Strippoli]
Piove – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Raf Keunen (Bullhead, The Room, Chi è senza colpa).
- Il regista Paolo Strippoli sulla colonna sonora del film: “Da un punto di vista musicale, ho cercato sonorità elementali e striscianti che nel corso del film si evolvessero in una colonna più riconoscibilmente horror, in cui dominano le sonorità dei violini e del waterphone, strumento d’elezione di Piove. Mi interessava creare un forte contrappunto alla musica non originale del film, in particolare ad Aria di neve di Sergio Endrigo, scelta proprio per il suo calore malinconico ed evocativo. Il mio intento era fare di Piove un film drammatico che scivolasse lentamente in una spirale d’orrore, fotografando nevrosi e debolezze del mondo in cui viviamo attraverso il filtro del genere. Volevo che Piove fosse ciò che da spettatore più amo e cerco costantemente: un horror con un cuore.”
- Raf Keunen sul comporre le musiche del film: “La grande sfida per la colonna sonora di Piove è stata quella di trovare il giusto equilibrio tra il dramma e gli elementi horror del film. La storia familiare al centro del film ci guida verso un piano più ampio che c’è dietro. Nel mezzo troviamo i vari personaggi con le loro lotte, gli ostacoli e la loro evoluzione: è raro vedere un approccio così intimo alla presa di coscienza dei propri demoni interiori nell’horror, ma questo è proprio l’essenza dell’horror e questo è affascinante. Il conflitto dei personaggi con i loro demoni interiori è l’horror. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo combinato strati emozionali con elementi horror. Un violoncello morbido combinato con suoni metallici e duri, un pianoforte di grande impatto emotivo con violini graffianti. Anche nei momenti in cui l’emozione è in primo piano abbiamo usato un contrappunto nell’orchestrazione. Questa consonanza cresce lentamente all’interno del film, come la musica. Cresce in intensità come in frequenza. Per mantenere la musica intima, così come il film, è stato usato un piccolo ensemble d’archi per enfatizzare questo aspetto. Tutto questo è stato reso possibile combinando due set di strumenti. Il primo set è acustico: archi, pianoforte e percussioni acustiche. Gli archi sono usati in una grande varietà di tecniche: da molto morbide a graffianti e striscianti. Il pianoforte è a volte stonato per dare un senso di inquietudine. E per le percussioni acustiche, abbiamo usato un waterphone, uno strumento pieno d’acqua che risuona a seconda della quantità d’acqua che contiene, dato che l’acqua è uno degli elementi più importanti del film. Il secondo set è l’elettronica: a volte una forma ibrida (elementi acustici filtrati digitalmente), a volte elettronica pura per creare un contrasto con l’intimità. Questi suoni generati elettronicamente sono stati utilizzati anche dall’eccellente sound design, per integrarsi perfettamente l’uno nell’altro.”
1. Socrates (1:49)
2. Dark Matter (2:12)
3. Balloons (2:17)
4. His Fault (2:16)
5. Daddy’s Not Here (1:34)
6. The Garage (1:13)
7. There Is Hope (1:09)
8. The Mother (4:44)
9. Despair (0:46)
10. Clicks (1:21)
11. The Red Car (0:51)
12. Neighbour (0:44)
13. Condensation (1:07)
14. In the Window (1:14)
15. Your Name (1:36)
16. Redemption (1:01)
17. Lost (1:11)
18. Piove (1:45)
La colonna sonora di “Piove” è disponibile su Amazon.