Pennac: “Non possiamo pretendere di fare cinque ore consecutive di lezione frontale, ignorando che abbiamo davanti bambini e adolescenti con specifiche caratteristiche evolutive” – Orizzonte Scuola Notizie
La lezione tradizionale continua a essere il metodo d'insegnamento più utilizzato nelle aule scolastiche italiane. Il Report Didattiche 2024, realizzato dal Centro Studi Erickson, evidenzia come il 70% dei docenti prediliga ancora la didattica frontale, mentre solo il 13% adotta approcci didattici aperti e innovativi.
Segnali di cambiamento nella scuola primaria
L'indagine, condotta su un campione di 1.965 insegnanti distribuiti su tutto il territorio nazionale, rivela però interessanti segnali di evoluzione. “Il corso di laurea quinquennale per l'insegnamento nella primaria sta producendo effetti positivi, con una maggiore propensione all'utilizzo di metodologie innovative come la didattica laboratoriale e in contesti reali“, sottolineano Dario Ianes e Benedetta Zagni, autori della ricerca. Gli esperti propongono un ripensamento radicale dell'approccio didattico, suggerendo di prendere spunto dalla scuola dell'infanzia. “Sarebbe utile per i docenti delle superiori svolgere un anno sabbatico nella scuola dell'infanzia, rappresenterebbe un bagno di umiltà e competenza didattica”afferma Ianes.
Pennac: “Impossibile fare cinque ore consecutive di lezione frontale”
La necessità di un cambio di paradigma trova sostegno anche nelle parole dello scrittore Daniel Pennac: “Non possiamo pretendere di fare cinque ore consecutive di lezione frontale, ignorando che abbiamo davanti bambini e adolescenti con specifiche caratteristiche evolutive”.
Per promuovere questo cambiamento, i ricercatori evidenziano l'importanza di investire nella formazione dei docenti, identificando nel livello di istruzione un fattore chiave per l'adozione di metodologie didattiche più attive e coinvolgenti.