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«La nemica della fede è la paura. Chi fabbrica armi si arricchisce con la morte, è terribile»



«La fede è la virtù che fa il cristiano. Perché essere cristiani non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l'accompagnano, ma essere cristiano è accogliere e custodire un legame: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame ci fa cristiani».

Papa Francesco dedica l'udienza generale alla fede, una delle tre virtù teologali insieme a speranza e carità le quali, sottolinea il Pontefice, sono i grandi doni di Dio, insieme danno occhi che vedono nel buio, un cuore che ama quando non si è amati, una speranza contro tutto.

Francesco ricorda che «la grande nemica della fede non è l'intelligenza, non la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma il grande nemico della fede è la paura. Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana: un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in ​​noi». E sottolinea che «la fede non è di tutti, e anche noi, che siamo credenti, spesso ci accorgiamo di averne solo una piccola scorta. Spesso Gesù ci può rimproverare, come fece coi suoi discepoli, di essere “uomini di poca fede”. Però è il dono più felice, l'unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede innesca la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio», Francesco indica come riferimento per la fede Mosè, che resta saldo nella fiducia al Signore. Poi c'è la Vergine Maria che con il suo sì «parte per una strada di cui non conosce né il tracciato né i pericoli» ma con il cuore pieno di fede e fiducia.

Il Papa cita ancora l'episodio del Vangelo quando gli apostoli in mezzo alla tempesta vedono Gesù dormire. “Perché avete paura? – afferma Gesù – Non avete ancora fede?”. «Ecco, dunque, la grande nemica della fede: non è l'intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma il grande nemico della fede è la paura. Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana: un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in ​​noi». La fede è il dono che scaturisce dal Battesimo che i genitori cristiani chiedono per i propri figli: «Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non si annegherà nella paura. Ecco, il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, solo l'amore di Dio vince la morte. La fede, aggiunge il Papa, è il dono più felice, l'unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede 'innesca' la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio».

E concludo con la preghiera “Signore, aumenta la nostra fede”: «Una bella preghiera», chiosa il papa – che la fa ripetere ai fedeli alcune volte, facendola risuonare nell'Aula Paolo VI. Al termine della catechesi, il Papa – nel giorno della Festa del lavoro che apre il mese mariano di maggio – invita a pregare per la fine dei conflitti: «Non dimentichiamo di pregare per la pace. Preghiamo per i popoli che sono vittime della guerra. La guerra è sempre una sconfitta, sempre. Pensiamo alla martoriata Ucraina, che soffre tanto, considerando gli abitanti della Palestina e di Israele che sono in guerra. Pensiamo ai Rohingya, al Myanmar e chiediamo la pace. Chiediamo la vera pace per questi popoli e per tutto il mondo. Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi. Terribile, guadagnare con la morte. Chiediamo la pace, che vada avanti la pace».





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