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F1 e Fia, arriva la pace: ma cosa succederà adesso nel Mondiale?


Comunicato congiunto dopo le polemiche degli ultimi anni: “Campionato Fia F1 mai stato così forte”. È un passo decisivo verso il rinnovo del Patto della Concordia: ecco perché

15 maggio – 20:01 – MILANO

La Fia e la Formula 1 ci riprovano: dopo mesi di tensione, un comunicato congiunto firmato dai presidenti Mohammed Ben Sulayem e Stefano Domenicali, prova a far tornare il sereno tra i due organismi che governano il Mondiale F1. La nota spiega come i vertici della Federazione e del gruppo controllato dalla multinazionale dell'intrattenimento Liberty Media hanno raggiunto un accordo per impegnarsi a “realizzare un piano strategico per il futuro della Formula 1”. Frasi che sembrano sgombrare il campo dalle svariate polemiche tra Fia e F1, protagonista di scontri anche troppo velati a partire dal dicembre del 2021, e cioè da quando Ben Sulayem ha vinto le elezioni insediandosi come successore di Jean Todt.

f1-fia, la nota

“Il campionato del mondo Fia Formula 1 – spiega la nota congiunta – non è mai stato così forte e in così grande crescita globale, e sia la Fia sia la Formula 1 sono impegnate per ottenere i migliori risultati per questo sport. A tal fine, le due parti stanno sviluppando un nuovo piano strategico che permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno e di incrementare ulteriormente il potenziale della F1 negli anni a venire”. Un comunicato che segue di pochi giorni le parole del numero uno di Place de la Concorde, che a Miami aveva spiegato ad Associated Press come i rapporti con Domenicali “non fossero mai stati migliori di adesso”. ù

tensione (in)finita

Il tentativo di pace tra le due entità che gestiscono, l'una sul piano regolamentare, l'altra su quello economico e organizzativo, il Mondiale di Formula 1, è di sicuro significativo e sembra aprire la strada per le trattative in vista del rinnovo del Patto della Concordia, l'accordo commerciale tra la Federazione Internazionale, il Formula One Group ei costruttori impegnati in pista, che è stato firmato per l'ultima volta nel 2020 e che scadrà alla fine del 2025: facile intuire come la firma sul Patto sia essenziale per assicurare il futuro nel breve e medio periodo della categoria. È in tal senso che non sfugge il riferimento a quanto la Formula 1 sta crescendo in termini di popolarità globale e quindi di introiti: un eventuale protrarsi della lotta di potere tra Fia e Liberty alla lunga potrebbe rivelarsi controproducente per tutti i soggetti coinvolti.

LONDRA, INGHILTERRA - 04 LUGLIO: Stefano Domenicali, amministratore delegato del Gruppo Formula Uno e direttore esecutivo della Mercedes GP, Toto Wolff, parla ai media mentre lascia 10 Downing Street il 4 luglio 2023 a Londra, Inghilterra.  (Foto di Dan Kitwood/Getty Images)

il riassunto

Come detto, già dal dicembre 2021, e cioè dall'insediamento di Ben Sulayem a capo della Federazione, il livello di tensione è cresciuto di settimana in settimana. All'inizio dell'esperienza del manager emiratino a capo della Fia era stato il suo evidente protagonismo a creare malumori nel partner statunitense: Ben Sulayem aveva ad esempio bloccato il raddoppio del numero di gare sprint nel 2022, annunciando poi il calendario 2023 senza consultare Liberty Media. La vera rottura è però arrivata all'inizio del 2023, quando il Presidente Fia ha scritto un post sui social valutando “gonfiato” il presunto prezzo di vendita (20 miliardi di dollari) della F1 al Fondo Sovrano saudita.

Il pilota monegasco della Ferrari Charles Leclerc durante il Gran Premio di Formula 1 dell'Emilia Romagna all'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, 24 aprile 2022. ANSA/SANNA

escalation

L'inizio di un'escalation che ha poi portato allo scontro frontale sulla vicenda dell'ingresso in griglia del team Andretti-Cadillacesplicitamente spinto dalla Fia di Ben Sulayem ma osteggiato da Liberty e dalle dieci scuderie attualmente in gara, con le ultime polemiche delle scorse settimane legate alle indagini (poi concluse in un nulla di fatto) per le presunte pressioni esercitate dal capo della Federazione per far rimuovere una penalità ricevuta Alonso in Arabia Saudita e per non omologare il circuito di Las Vegas (unico evento della stagione organizzato direttamente da Liberty Media e non dai promotori locali). In mezzo, anche la delicata vicenda delle velate accuse di conflitto di interessi nei confronti di Totò e Susie Wolff – responsabile della categoria propedeutica femminile F1 Academy – che durante l'inverno ha causato la levata di scudi di tutti e dieci i team di F1 in difesa della famiglia del boss Mercedes.





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