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Che malinconia assistere al declino di una città



Un bel vocabolario, per cominciare, alla voce “città”. È un agglomerato di costruzioni, case e fabbriche, disposto in un certo ordine. Non basta: devono esserci servizi, trasporti, scuole, ospedali, chiese, quel che serve a rendere dignitosa la vita dei cittadini. I quali, per essere tali, devono poter esprimere una cultura, un'idea di sé e della loro comunità. Aggiungerei: una rete di legami e relazioni, una fondamentale solidarietà reciproca. E altro ancora.

Ma basta per escludere che la città sia fatta solo di muri, mattoni, cemento, ponti, trafori, dighe; e per affermare che coloro che la governano debbono essere consapevoli di tutto questo e non possono limitarsi a costruire materialmente. La città ha una sua storia, un sentimento del proprio presente e un'idea di futuro. Costodisce tradizioni, sa rinnovarsi. Tuttavia può smarrirsi e attraversare stagioni di declino, che significano uno scadimento della vita degli abitanti, privati ​​anche inconsapevolmente del pieno statuto di cittadini. Ecco peggiorare la sanità, aumentare la povertà e la disuguaglianza; ridurresi i luoghi di incontro, spegnersi le insegne di negozi, fino a ridursi fortemente la natalità, aumentare la fuga dei giovani, esasperarsi la solitudine dei vecchi. Restano in disparte le persone migliori, salgono alla ribalta i mediocri, e poi gli spregiudicati, i faccendieri, i corrotti. Quasi ci si dimentica dei tempi di fervore civile e sociale, si piega verso la rassegnazione. Abitanti, residenti, non più cittadini, capaci magari di cavarsela individualmente, le donne, gli uomini, i pochi giovani lentamente si chiudono. Ma c'è ancora tempo, un po' di tempo, prima che si disperdano competenze, esperienze, attività tuttora ben vive. C'è ancora molto, nelle industrie, nell'università, nella ricerca, nel turismo, nel trasporto, che sopravvive e si proietta nel futuro. Dunque si può fare, associazioni, comunità di giovani non si arrendono. Le parole contano: diciamo spesso “ancora”, ed è tutto detto. Ne può nascere uno scatto, l'urgenza animosa di ritrovarsi pienamente ritornati al range di cittadini, coraggiosi, generosi, accoglienti; amministrati e rappresentati degnamente. Però bisogna ricominciare, presto, insieme.





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