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Vermi nel cervello: di cosa si tratta e quali sono i rischi


I casi di infezione da Taenia solium non sono così rari, soprattutto in specifiche aree del mondo, ma oggi sappiamo come affrontarli

Daniele Particelli

17 maggio – 19:43 – MILANO

“Nel 2010 un verme era entrato nel mio cervello, ne aveva mangiato un pezzetto e poi era morto”: a parlare, in una deposizione resa nel 2012 durante la causa di divorzio dalla sua seconda moglie, era il politico statunitense Robert F Kennedy Jr., candidato indipendente alle presenziali americane del 2024 e non nuovo a promuovere teorie del complotto. In questo caso, secondo gli esperti, non si era trattato di una bufala ma di un raro caso di infezione da Taenia soliumla cosiddetta tenia del maiale che può invadere il nostro organismo in seguito all'ingestione di carne di maiale contaminata.

Vermi nel cervello: il caso di Robert F Kennedy Jr.

Il caso di Robert F Kennedy Jr. rientra tra le casistiche più gravi, dal momento che il politico in quel periodo aveva sperimentato perdita di memoria e annebbiamento cerebralesintomi che in un primo momento erano stati confusi con quelli di un tumore al cervello. Il 70enne si era ripreso senza particolari conseguenze, nonostante le lesioni cerebrali potenziale provocata dal verme, ma il suo caso, emerso soltanto di recente, è servito a puntare i riflettori sull'infezione da Taenia soliumpiù comune in America latina rispetto ad altri Paesi del mondo e pressoché assente lì dove si consuma meno carne.

Come avviene l'infezione da Taenia solium

Generalmente l'invasione si verifica dopo l'ingestione di carne di maiale cruda o poca cotta contenente uova o larve di T. solium. Dopo l'ingestione, le uova ingerite si schiudono nell'intestino e rilasciano oncosfere che penetrano la parete intestinale e da lì viaggiano attraverso il flusso sanguigno verso muscoli striati, cervello, fegato e altri organi, dove si trasformano in cisticerchi. Nella maggior parte dei casi questi cisticerchi non provocano alcuna reazione immediata nell'organismo ed è per questo motivo che i sintomi possono manifestarsi a distanza di anni dall'infezione.

I sintomi dell'infezione da Tenia

La sintomatologia più classica dell'infezione da Tenia solium includere un aumento importante dell'appetito, diarrea alterna una cucitura, dolori addominalinausea e vomito, mentre nei casi più gravi che sfociano in neurocisticercosi, l'infestazione cerebrale del parassita, possono manifestarsi epilessia, cefalea, confusione, difficoltà di equilibrio e/o edema cerebrale e problemi visivi.

La buona notizia è che oggi sappiamo come affrontare questa infezione, anche nei casi più gravi. Al di fuori degli Stati Uniti l'infestazione intestinale può essere trattata con farmaci parassitari a base di Niclosamide. I casi di neurocisticercosi, invece, possono essere trattati con una combinazione di farmaci corticosteroidinecessari per ridurre l'infiammazione e aumentare la pressione intracranica, e farmaci anticonvulsivanti nei pazienti che sviluppano crisi epilettiche come conseguenza dell'infezione. Nel caso in cui l'aumento della pressione endocranica sia elevato, si deve inevitabilmente ricorrere a un trattamento chirurgico.

Come difendersi da questo rischio? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare, confermata da Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive all'Università Tor Vergata di Roma: “Igienizzare le mani, lavare bene le verdure consumate crude e non mangiare carne cruda”. Nel futuro, si ipotizza il professore, potrebbe però assistere ad un aumento dei casi: “Infestazioni da vermi e parassiti in organi come intestino o, più raramente, fegato, polmoni, liquore e cervello, possono diventare più frequenti per via della crescente simbiosi tra esseri umani e animali. In un mondo globalizzato e con tecniche diagnostiche sempre più avanzate , dobbiamo aspettarci che casi del genere accadano più di frequenti”.





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