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La nuova epopea western umanista di Kevin Kostner



Il western è il genere fondativo per eccellenza. Racconta la nascita di una nazione, degli Stati Uniti, ma anche del cinema. Il più grande regista di sempre non a caso è John Ford, autore di un capolavoro come Sentieri selvaggi. Nel tempo la fiamma che animava il western si è un po' spesa. In Italia, la terra di Corbucci e Leone, è completamente svanita.

A portare avanti il ​​mito del West, della frontiera, ormai sono in pochi. Tra loro svetta Kevin Costner. Qui al Festival di Cannes, ha presentato fuori concorso la prima parte della sua nuova epopea: Orizzonte: una saga americananelle sale dal 4 luglio. Saranno quattro capitoli, il secondo in arrivo il 15 agosto. Gli ultimi due saranno girati a breve, in contemporanea.

All'interno del film ci sono tutti gli elementi classici del genere. Non esiste oggi un regista così appassionato nel rappresentare le cavalcate nelle terre selvagge, i duelli alla Mezzogiorno di fuoco, gli scontri con gli indiani. Lo spirito è fluviale, l'epica è quella di un cinema che non esiste più. Costner vuole osare nuova linfa al genere, adottando linguaggi moderni. Orizzonte: una saga americana è l'incipit di un lungo viaggio, in cui molte storie si intersecano, richiamando le serie contemporanee. La sensazione è quella di un lungo pilot, in cui si viene invitati alla pazienza, per scoprire che cosa accadrà.

Siamo a metà Ottocento, e tutti seguono il sogno americano. Una carovana si muove verso luoghi inesplorati, un cowboy entra in una piccola cittadina e si prepara alla prossima pioggia di pallottole, un villaggio viene attaccato dagli indiani, un gruppo di soldati arriva troppo tardi in loro soccorso, ma anche tra i nativi i rapporti non sono dei migliori.

Orizzonte: una saga americana è un universo che si sta delineando. Anche qui, come Francis Ford Coppola Megalopoli, il regista si è dovuto autofinanziare, pagando 50 milioni. Per Coppola sono stati 120. Questa Cannes sta diventando anche un grido di libertà da parte degli autori verso Hollywood. È il coraggio dell'impresa, in cui Costner mette al centro l'essere umano, con tutte le sue sfaccettature. Spiccano l'uomo solitario senza paura, la follia del fuorilegge, la madre che cerca di sopravvivere, il sogno degli innamorati sulla strada verso una nuova casa. L'epopea abbraccia il sentimento, l'emozione, con un'etica che ormai sullo schermo latita. Costner torna sulla Croisette dopo vent'anni, dopo il riuscito Terra di confine – Open Rage. Il suo film più bello, Balla coi lupi, è lontano. Ma di sicuro all'orizzonte ci sono molte sorprese.





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