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Marcello mio, la preghiera di Chiara Mastroianni al padre


Quello sguardo, quegli occhi, quel sorriso. Quel profilo, quello spirito indolente, quella presenza sullo schermo che non conosce eguali. Il mito di Mastroianni non tramonterà mai. È tra i pochi grandi su cui non si osa realizzare un biopic. Chi potrebbe porre il volto a una leggenda ed esserne all'altezza? Nessuno. E forse il regista francese Christophe Honoré ha girato l'unico film possibile con Marcello Mio.

Chiara Mastroianni, la figlia che il protagonista di La dolce vita ha avuto con Catherine Deneuve, interpreta sé stessa. Ma un giorno decide di farsi chiamare Marcello e di vestirsi come il padre. Assistiamo a un cambio di identità, che si trasforma in una profonda riflessione famigliare. Marcello mio è la preghiera di una figlia al proprio genitore, il richiamo malinconico a un tempo che non c'è più.

Un ritratto privato, toccante, che l'attrice francese dedica alla propria infanzia. Honoré omaggia anche alcuni grandi film con Mastroianni. Sembra evocare Antonioni e più riprese si immergono in Le notti bianche di Visconti. Il passato si fonde con il presente, in una storia in cui ci si traveste per scoprire la verità dell'essere umano.

Chi era Mastroianni? Il papà affettuoso che ascoltava la Callas sdraiato sul pavimento con la propria bambina, l'animo errante che vagando per Parigi accarezzava e portava a casa i cani randagi. Marcello Mio un affresco inconsueto, intimista, straniante, in cui vanno in scena le dinamiche di una famiglia non comune. Sono ben congegnati i duetti tra Chiara Mastroianni e la Deneuve. Restituiscono una vita quotidiana in cui il divismo viene messo da parte per lasciare spazio ai sentimenti. Meno riuscito è invece il segmento ambientato in Italia su cui, in questa sede, non vi diremo di più.

Honoré realizza un omaggio accorato, carico di passione, dove i piccoli gesti si uniscono ai silenzi. È anche un percorso di formazione pieno di tenerezza, in cui le nuove generazioni devono riconciliarsi con i propri lutti. Inaspettato, Marcello Mio mescola il pianto al sorriso, in un lungo viaggio attraverso i decenni. Si perdono le coordinate, nelle passeggiate notturne Parigi si trasforma in un luogo magico, dove tutto può accadere. Marcello Mio è un film su di noi, sulla nostra cultura, sulla percezione che abbiamo di quello che è stato. Ma è anche la cronaca di un affetto costante, di una lunga mancanza, di una riconciliazione difficile con i nostri cari che non possiamo più abbracciare.





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