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L’interrogatorio di Toti: “Spinelli mi sostiene dal 2015, a lui non chiedevo soldi in cambio di favori e la mia era una captatio benevolentiae”


Otto ore per rispondere alle domande, un'altra per rileggere il verbale, due o tre pause di cui una per una striscia di focaccia portata dai finanzieri. Giovanni Totti, nel suo interrogatorio fiume con i pm, ha risposto a 167 domande.

E a proposito del fulcro dell'inchiesta sulla Tangentopoli ligure, i favoriti in porto in particolare nei confronti dell'imprenditore Aldo Spinelli in cambio di finanziamenti, si è difeso negando si trattasse di mazzette, ma di “captatio benevolentiae”.

In particolare, la Procura gli chiede conto di un dialogo con Spinelli: «Il 17.9.21 lei afferma: “il 29 va la tua roba… ricordati che io sto aspettando anche una mano…eh?”. A cosa fa riferimento? al finanziamento? C'era una correlazione tra la pratica del rinnovo e il finanziamento?».

Toti risponde che «gli davo una buona notizia e cioè che il 29 andava all'ordine del giorno la sua pratica, e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose; al massimo era una”captatio benevolentiae“; volevo fare vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica».

Toti aggiunge che «il gruppo Spinelli comincia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato fino a ora. Voglio precisare che è possibile che avessi chiesto un finanziamento anche prima dell'incontro del 1 settembre 2021».

Il voto dei riesini: “Chiesi i voti per la Cavo”

Prima ancora di parlare del porto, Toti deve affrontare la questione dei riesini, con l'accusa di voto di scambio che però, per quanto riguarda la sua figura, non contempla l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra (accusa invece al suo capo di gabinetto Matteo Cozzani).

«Sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo parlando con uno dei due Testa – dice il presidente – forse nella primavera Ilaria Cavo mi disse che si era incontrata coi fratelli Testa, che non si erano capiti benissimo, che le erano sembrati confusi e che comunque non le erano piaciuti soprattutto per le richieste legate al rimborso spese – ha aggiunto Toti – non ricordo invece chi mi ha parlato di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avevano chiesto attenzione per la loro comunità».

I “dati Covid non truccati”

Toti esclude anche che la Regione da lui guidata abbia potuto inviare a Roma dati non veritieri sul Covid, ai tempi della pandemia, I pm gli domandano il senso di un'intercettazione nell'ufficio di Cozzani dal quale “si coglie che lei avrebbe alterato, aumentandolo, il numero di over 80 residenti in Liguria al fine di ottenere dalla struttura commissariale una maggiore fornitura di vaccini”.

“Non ricordo la conversazione – le parole messe a verbale da Toti – Escludo che Alisa (Azienda sanitaria ligure, ndr) abbia trasmesso dati non veritieri. E' possibile che si sia discusso sul numero dei pluriottantenni residenti nel territorio ligure in pianta stabile e di quelli che vi risiedevano temporaneamente e di cui quindi avremmo dovuto farci carico come assistenze sanitarie regionali, un dato, quest'ultimo, che non era affatto sicuro “.

Il legale: “Toti ha agito per l'interesse pubblico rispettando le leggi”

Il legale del governatore, Stefano Savi, rivendica che “con l'interrogatorio il presidente Toti ha spiegato quale sia stato il suo comportamento rispetto ai finanziamenti che sono avvenuti con la scrupolosa osservanza delle normative che lo regolamentano”.

E ancora: “Ha chiarito il significato delle richieste di finanziamenti a sovventori abituali che non erano collegati ad alcun tipo di favore e fatte in modo esplicito e diretto proprio nella credenze di avere indirizzato i suoi interventi verso l'interesse pubblico”.



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