Istruzione

Sostegno, è già polemica per il “doppio canale di specializzazione” e per la conferma dei supplenti da parte delle famiglie – Orizzonte Scuola Notizie


Neanche il tempo di approvare il decreto scuola che il Governo e in particolare il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, si trovano davanti un coro di proteste. Specialmente per quanto riguarda le misure sul sostegno.

Infatti, il decreto-legge contiene un “pacchetto” di misure rivolte alla creazione di un doppio canale di specializzazione per i docenti di sostegno. Dunque, al “classico” TFA sostegno gestito dalle Università, si affiancheranno percorsi speciali.

Percorso di specializzazione riservato a cura di Indire

Andando nello specifico, viene introdotta una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno, erogata da INDIRE (ente pubblico di ricerca già deputato alla formazione del personale della scuola), rivolta agli insegnanti specializzati sul sostegno attraverso percorso conseguito all'estero e che rinunceranno al contenzioso con il Ministero (si stima saranno circa 11mila).

Gli altri destinatari di tale percorso saranno i precari con tre anni di servizio sul sostegno, ma svolto quindi senza titolo di specializzazione.

Conferma supplenti di sostegno da parte delle famiglie

A proposito di precari, il Ministero ha pensato anche ai supplenti e ad un modo per tentare di rafforzare la continuità didattica per gli alunni con disabilità.

In pratica il decreto legge prevede la possibilità, su richiesta della famiglia dell'alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente supplente in servizio nel precedente anno scolastico, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell'interesse del discente.

Conferma che però viene disposta prioritariamente nei confronti dei docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l'insegnamento agli alunni con disabilità.

“Il decreto – ha spiegato il Ministro Valditara – costituisce, al tempo stesso, un passaggio di tutto rilievo per una più efficiente impostazione dell'attività di sostegno didattico degli studenti con disabilità. Puntiamo ad ampliare l'organico dei docenti di sostegno specializzati e, insieme, a garantire la continuità didattica ai ragazzi anche nel caso di docenti non di ruolo. Misure concrete, ispirate al criterio del “fare”, per una scuola che sia realmente costituzionale, al servizio di ogni studente”.

Le misure non piacciono: monta la protesta

Tuttavia, appare piuttosto chiaro il rigetto delle misure sul sostegno. Comitati, associazioni e organizzazioni sindacali si sono espressi piuttosto negativamente sui contenuti del decreto legge.

Sulla nostra mail diversi insegnanti hanno manifestato la volontà di protestare contro il Governo e tali misure. In particolare, il gruppo evidenzia come “il riconoscimento, per pochi eletti, di un corso di abilitazione su materia, seguito online nell'arco di tre mesi, conferendo un punteggio maggiore del dottorato e pari allo stesso percorso della specializzazione su sostegno, articolata invece in prove preselettive, esami di inter corso , esami di laboratorio, tirocinio diretto ed in presenza, creerebbe una condizione di disparità e ingiustizia, poiché detti corsi di abilitazione non sono stati attivati ​​per tutte le classi di concorso e da tutte le università”.

Una disparità – aggiungi – ancora più accentuata per tutti i docenti ITP, che hanno seguito gli stessi percorsi e provano di tutti gli altri, ma relegati in una condizione di svantaggio poiché non si fa alcun riferimento sulle classi di concorso della tabella B”.

Contrari anche alla conferma dei docenti a tempo determinato su sostegno, su richiesta delle famiglie, “conferendo a queste ultime un arma di ricatto e quasi fossimo al supermercato. È il docente su sostegno specializzato sulle metodologie più adatte da utilizzare che spesso non collimano con famiglie apprensive, invadenti e prepotenti”.

Negativo il giudizio dei sindacati.

“Il Governo prende atto dell'incapacità del sistema universitario di affrontare il problema della carenza di docenti specializzati sul sostegno e decidere di affidare a Indire il compito della specializzazione dei precari che hanno esperienza di insegnamento nel settore e decidere il condono, attraverso percorsi integrativi, dei titoli acquisiti all'estero che il Ministero non è stato in grado di valutare”, scrive la Flc Cgil.

Si tratta quindi di una formazione scontata, corrispondente a 30 CFU e non è dato sapere come e da chi verranno riconosciuti i titoli, dal momento che Indire è soggetto deputato alla formazione degli insegnanti ma privo di funzioni di certificazione”, aggiunge.

È prevista inoltre la possibilità di conferma del docente di sostegno precario per più anni scolastici, bypassando le graduatorie. Una misura che, sottolinea la FLC, in nome della continuità didattica, sdogana la chiamata diretta e l'idea di una scuola on demand, perpetuando la precarietà del sistema”.

Per la Uil Scuola Ruavedi la “previsione di un intervento transitorio ed eccezionale per gli insegnanti di sostegno precari inseriti nelle graduatorie con esperienza almeno triennale che valorizza le esperienze maturate in classe – dichiara il segretario – è una misura che risponde a una concreta esigenza”, dall'altro, osserva il segretario generale Giuseppe D'Aprilesiamo fortemente contrari riguardo ai titoli conseguiti all'estero. Valutare entro l'inizio del prossimo anno scolastico le oltre 11mila istanze dei docenti con il titolo conseguito all'estero avrebbe evitato negative ricadute sulla continuità didattica degli alunni e controproducenti fratture tra i precari. Per ridurre il contenzioso si approva un provvedimento ad hoc che interviene su un'ingiustizia”.

D'Aprile non cambia registro anche per quanto riguarda la conferma dei supplenti di sostegno su richiesta delle famiglie: “affidare alle famiglie senza alcun criterio di trasparenza, la possibilità di confermare o scegliere gli insegnanti per i propri figli, guida verso un sistema di vincoli e consensi che è in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. In definitiva stiamo parlando di clientelismo, senza giri di parole”.

Critico anche Marcello Pacificopresidente nazionale Anief:Contiamo di presentare delle richieste di modifica per il bene della scuola e di chi la vive ogni giorno in qualità di discente, di docente e di lavoratore – spiega il sindacalista – : il decreto approvato dal Governo necessita di specifiche modifiche: non si può andare avanti ad esempio con le cattedre vacanti da assegnare solo ai precari fino al 30 giugno dell'anno successivo, come non possono essere influenti le famiglie sulla scelta degli insegnanti”.

“Si deve assumere allo stesso modo da tutte le graduatorie, vanno snellite, infine, le procedure di riconoscimento dei titoli presi fuori e dentro l'Italia. Sono emendamenti di buon senso, che a breve presenteremo nelle sedi parlamentari opportuni”, conclude Pacifico.

IL DECRETO SCUOLA – TUTTE LE MISURE



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