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Dnepr e Ural spuntano in Ucraina: così i sidecar tornano in guerra


Nelle fasi iniziali dell'“operazione speciale” i soldati ucraini esprimevano apprezzamento per la Massimo 1910, mitragliatrice di squadra ultra centenaria considerata più affidabile delle equivalenti moderne occidentali. Se larga parte dell'opinione pubblica non conosce la Maxim, i sidecar sono tutta un'altra storia.

Urali e Dnepr

Prima insieme sotto le insegne dell'Armata Rossa oggi come belligeranti, gli esercito russo ed ucraino impiegano il sidecar quale veloce mezzo da riconoscimento e da collegamento. Omologato per tre persone (centauro e due passeggeri), con mitragliatrice e radio che trovano spazio sul carrozzino, il piccolo e compatto mezzo a tre ruote è affidabile sia nei centri urbani sia sulle strade fangose ​​e dissestate.

Russia ed Ucraina sono inoltre le “patrie” dei sidecar. La prima li produciamo infatti sotto marchio Uralila seconda ricorre ai prodotti della Dnepr di Kiev. I mezzi russi hanno subìto, nei decenni, aggiornamenti ed ammodernamenti per essere esportati anche sul mercato occidentale; le moto ucraine mantenendo invece la linea del dopoguerra, ispirata cioé ai Bmw R75 e agli Zundapp abbandonati dai tedeschi sul fronte orientale. Se si cerca un prodotto fedele all'originale, il Dnepr è dunque perfetto. Peccato si deve andare sull'usato, poiché Dnepr fornisce ormai i soli pezzi di ricambio.

Riconfigurati “all Terrain”

Sovente i sidecar sono riconfigurati per esigenze operative, ovvero veicoli ad uso civile adattati ad esigenze militari. Nelle aree rurali dell'Ucraina e della Russia i sidecar sono come per gli italiani l'Ape Piaggio o la Panda 4×4 (quella anni 90!): all Terrain, veri e propri trattori, affidabili e dai molteplici utilizzi. Nel dicembre scorso, un video circolava su “X” mostrava due soldati a Donetsk con un Browning M2 posta sul carrozzino. Tipo di arma non adatta all'uso sul sidecar, poiché anche il solo rinculo potrebbe danneggiare il mezzo, ma se il solo fine è il trasportarla da un punto all'altro nessun problema: la moto fa il suo lavoro nonostante i quasi due quintali di carico fra guidatore, passeggero, mitragliatrice e treppiede. Sempre nel Donbass, è Forbes un lontano circolare un'immagine del componente motociclistica del battaglione “Zarja” della Repubblica di Lugansk. Anche questa foto piuttosto recente: 7 maggio 2024.

Ad inizio conflitto, poi, un ulteriore video mostrava un sidecar Dnepr ucraino trascinare con facilità un mortaio pesante. All Terrain e dai molteplici utilizzi, appunto.

Perché non mezzi più moderni?

In una guerra su larga scala quale quella russo-ucraina ogni mezzo a disposizione è sacrificato alle esigenze tattiche. Certo, esistono veicoli più moderni e più comodi dei sidecar come gli ATV già in dotazione ai russi e, probabilmente, parte degli aiuti militari inviati a Kiev. Tuttavia i mezzi moderni hanno un costo di acquisto, di gestione e di manutenzione. Dunque, gli Ural, i Dnepr oi fuoristrada Lada sono sacrificabili poiché il loro valore è nettamente più basso rispetto ai prodotti occidentali, perché adattabili e riparabili con strumenti d'uso comune e soprattutto perché diffusi in grande numero. Altra considerazione è il tipo di nemico contro il quale si combatte. Nel luglio 2022, il sito russo Top War proponeva una foto di soldati ucraini su sidecar Dnepr equipaggiati con armi controcarro. Un'idea neanche troppo originale: negli anni '50, infatti, Parigi ordinò alla Piaggio la Vespa 150 TAP, dotata di cannone M20 75 mm contro-carro senza rinculo, montato sul lato destro della Vespa e la cui canna passava attraverso lo scudo. L'acronimo TAP indicava la destinazione: Troupes Aéroportées, letteralmente “Truppe Aero Paracadutate”, recuperando una dotazione già diffusa nella seconda guerra mondiale fra le aviotruppe, piccoli mezzi a motore aviolanciabili da ricognizione come l'italiano Volugrafo Aermoto 125.

Altri “reperti” in uso

Oltre ai sidecar e alle già citate Maxim 1910, la lista di armi e mezzi d'antan ancora impiegati in guerra è lunga. Il vecchio, affidabile Carcano Mod. 91 sparava ancora durante la guerra civile libica, mentre la Browning M2 e la MG42 (statunitense e tedesca) sono tutt'ora in servizio in molti eserciti del mondo, NATO compresi. Certo, hanno subito aggiornamenti e modifiche ma l'arma è quella.

Le jeep Uaz, i carri armati T34 e T55, i fucili d'assalto AKM e AK74 (detti gergalmente Kalashnikov), gli elicotteri d'assalto Mil Mi 24, i trasporto truppe BTR 60 e 70 sono presenze fisse della prima linea, dalla Siria all'Ucraina malgrado il più giovane di loro abbia mezzo secolo di vita.

Sebbene le dotazioni di fanteria abbiano fatto passi da gigante in appena un paio di decenni, l'armamento individuale ed i mezzi di supporto ai fanti subiscono un aggiornamento diverso rispetto alle forze aeree e navali. Inoltre, il conflitto russo-ucraino ha messo in discussione un concetto che in Occidente credevamo ormai assodato: la superiorità della tecnologia sul numero. È vero, i soldati russi vanno in guerra col sidecar, con in capo elmetti in kevlar che si mescolano ai vecchi elmetti in metallo, usano sistemi d'arma della Guerra fredda capaci, loro malgrado, di tenere testa agli ultimi ritrovati inviati in Ucraina, arrivando fin qui ad ammettere alla stessa dirigenza che la Russia “potrebbe vincere”.

Ciò non significa che l'Occidente debba rimettere in piedi

linea di produzione i sidecar e altri mezzi ormai superati, quanto valutare il recupero di quello già esistente nell'ottica di un progressivo ritorno a conflitti convenzionali. Russia-Ucraina docet.





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