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Primavera Sound – Giorno 1 @ Parc del Fòrum (Barcellona, 30/05/2024)


credito: Sergio Alberto

Dopo l'entusiasmo con cui abbiamo assistito al Primavera Sound di Barcellona l'anno scorso, non potevamo non tornare, soprattutto dopo aver visto nomi come i Vampire Weekend nella line up. Sono state diverse le mancate partecipazioni (e mancate sostituzioni, purtroppo), come quella di Kim Petras, FKA Ramoscelli (per la seconda volta! L'edizione del 2025 sarà la volta buona, magari?) e Daniela Lalita – e l'indimenticabile Steve Albiniche con gli Gommalacca avrebbe dovuto portare dal vivo il nuovo disco “To All Trains”.

Per ricordare l'iconico produttore il festival ha inaugurato il palco “Steve Albini”, celebrando anche gli Gommalacca con un listening party: un palco adornato di strumenti non suonati con un mazzo di fiori a lato, mentre la musica rimbomba nell'aria. La speranza di vedere Albini salire sul palco e la seguente realizzazione fanno male, ma scalda il cuore vedere che l'amore per un'icona di questo calibro resiste e persiste.

Tra i momenti clou della prima giornata di questo intenso weekend troviamo anche i Balsamo Tigreche non a caso vi abbiamo suggerito di tenere d'occhio: non solo il loro album “January Never Dies” è molto interessante, ma il collettivo riesce a trasmettere un'energia unica dal vivo, facendo saltare il pubblico in continuazione – soprattutto su “Pop The Tag”, traccia da solista di Omega Sapiens, un rapper del gruppo. Questo è forse uno degli aspetti più intriganti dei Balsamo Tigre: da Omega Sapiens anno Domini Abisso, ogni membro ha un'identità e uno stile ben definiti, addirittura un nome d'arte ciascuno; ogni volta che creano qualcosa sotto il nome di Balsamo Tigre, però, creano qualcosa di diverso pur tenendo bene in chiaro chi e come sono come singoli. Si esaltano e risaltano una vicenda, sotto il nome di un progetto a cui auguriamo solo il meglio. Approvatissimi.

Non potevamo perderci poi gli Cinturino arabo: avevamo già avuto il piacere di vedere Moffat e Middleton due anni fa al TOdays Festivalma dopo l'uscita di quel gioiellino che è il nuovo album la curiosità di sentirla dal vivo era troppa, e abbiamo fatto bene: il risultato è stato un gran bel live che ha visto il coinvolgimento di un pubblico affollato quanto stremato da un sole cocente – ma non per questo meno emozionato, anzi.

Un pubblico particolarmente concitato è stato quello per Dillom, rapper argentino che dall'esterno appare un misto tra Gazzelle e Young Signorino – credeteci, è un paragone stranamente azzeccato – dall'interno è un Frankenstein di suoni nel miglior senso possibile, uno sperimentalismo rap che unisce musica latina, metal, trip hop. Il tutto con scenografie un po' sognanti, un po' horror: perfette per un artista tormentato ma con il tatuaggio di un brik di succo sulla guancia.

Rabbia pura è invece quello che trasmettono divinamente i Figa del manichino: Marisa “Missy” Dabice è carica, rivendica l'importanza politica della musica ed esorta il pubblico a un urlo liberatorio collettivo, centinaia di anime che hanno lasciato le proprie pene al vento. Anche qui uno spettacolo niente male, unica pecca: un'acustica non proprio eccellente, cosa che abbiamo avuto modo di notare anche con yeule in seguito (anche lei impeccabile, comunque).

“Questa canzone è per gli scemi in c**o”: così Amy Taylor presenta “Hertz” degli Amil e gli Sniffatori – e già così vi abbiamo riassunto il loro concerto. La Taylor domina il palco in maniera egregia, ti ipnotizza e ti fa scatenare a più non posso – chissà come starà la persona a cui ha lanciato il top che stava indossando?

Devastante la tripletta Amil e gli Sniffler (foto qui sotto) – Fine settimana dei vampiri (foto in alto) – Polpa (con intermezzi di yeule e Deftones, causa coincidenze tempistiche). Se già i primi ci avevano fatto impazzire, Ezra Koenig ei suoi messo hanno su uno spettacolo di tutto rispetto, impeccabili da ogni punto di vista – il concerto più bello della serata in assoluto, e forse uno dei più interessanti che la sottoscritta abbia visto finora in vita sua. La loro è stata una festa magica tra sassofoni, violini e due (due!) set di batterie. L'unica band che sarebbe mai in grado di farci ripensare agli anni dell'adolescenza con nostalgia. Vivi da dieci e lode.

credito: Eric Pamies

Altrettanto iconici i Polpa (avevamo dubbi? Assolutamente no): forse ci aspettavamo un'affluenza maggiore, considerando anche che al festival ci sono più persone quest'anno che nell'edizione dell'anno scorso, ma considerando che hanno dovuto suonare in contemporanea ai Deftones

Saliamo definitivamente con i giustizia: il duo francese ci vizia con un set spettacolare, un impianto luci fenomenale che ipnotizza mentre smettere di ballare diventa sempre più difficile. Hanno irrimediabilmente alzato lo standard delle serate di elettronica, e questo l'abbiamo potuto notare subito vedendo Peggy Gou: carina, simpatica, amata dal pubblico sempre e comunque. Purtroppo un po' ripetitiva, poca inventiva, e altrettanto poco sforzo nelle immagini che la circondavano. Un dj set carino e leggero, tutto sommato non male – assistervi subito dopo i giustizia, però è stato come assaggiare un tiramisù semplice dopo aver gustato il menù di uno chef stellato. Perdonaci, Peggyse puoi, ma come abbiamo detto i nostri standard si sono irrimediabilmente alzati (e non poco).

Come concludere questa giornata se non in after con AG Cuoco? Non classificabile, non quantificabile, non descrivibile: tutto un grande non. Eppure, soprattutto dopo l'uscita di “Britpop”, lui continua a essere un grandissimo sì. Speravamo che durante la sua esibizione spuntasse Charli XCXospite del festival nella serata di sabato, ma purtroppo così non è stato: attendiamo con grande trepidazione di vederla come andrà sabato allora, e nel mentre pregustiamo le esibizioni di questo venerdì: lana Del Rey, Troye Sivan, Arca, Dogstar.



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