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99 punti (senza vincere), risse, finali mai giocate e… Mou. La folle stagione del Fenerbahçe


L'arrivo di José Mourinho sarà l'ultima anomalia di una stagione incredibile in casa giallonera: dalle polemiche col Gala a un campionato perso sfiorando le tre cifre

Lorenzo Cascini

31 maggio – 19:26 – MILANO

Partiamo dalla fine. A primo impatto la scelta di Mourinho può sorprendere – erano vent'anni che lo Special One non si allenava in un campionato fuori dai top 5 europei – ma se si analizzano circostanze ambientali e possibili opzioni tutto trova una sua collocazione. Il Fenerbahçe non vince un trofeo da 10 anni, trascorsi all'ombra dei rivali – e vicini di casa – del Galatasaray. Eccoci, al rumore dei nemici. Storia già vista in cui JM si esalta alla perfezione. Avversari più forti contro cui combattere e compattarsi, fare scudo e fare gruppo contro tutto e tutti.

secondi con 99 punti

Ma andiamo con ordine e inquadriamo il contesto, per prima cosa. Il Fenerbahçe vive una situazione infiammata e infiammabile, di quelle in cui basta una scintilla per fare esplodere l'ambiente in polemiche e proteste. I gialloneri hanno chiuso il campionato a quota 99 punti, arrivando secondi dietro al Gala di Icardi e Mertens. A nulla è servito il derby vinto due settimane fa. Il titolo in casa Fenerbahçe manca da 10 anni, da quello conquistato da Raul Meireles, Kuyt e Moussa Sow. Quest'anno 99 sono stati anche i gol segnati – nessuno ha fatto meglio – ma non sono bastati per portare la squadra di Kartal al successo. E non è stata l'unica criticità della stagione. Anzi.

rissa da far west

Le immagini della rissa sono ancora sotto gli occhi di tutti. È il 17 marzo, il Fener – in piena corsa per il titolo – vince una partita cruciale, difficile e offerta per 3 a 2 a Trebisonda. Poi tutti la perdono, la trebisonda… I giocatori festeggiano nel cerchio di centrocampo del Trabzonspor e scatenano l'ira dei tifosi di casa. La reazione non si fa attendere. I sostenitori scendono in campo e inizia il Far West: calci, pugni, spinte. Addirittura le telecamere inquadrano Batshuayi che prende a calci un tifoso che corre in campo, e il nazionale nigeriano Bright Osayi-Samuel che sferra un pugno a un altro tifoso.

la finale col gala

I giornali turchi l'hanno a lungo chiamata la “sfida infinita”. Inizialmente infatti la finale di Supercoppa tra Galatasaray e Fenerbahçe era prevista per il 29 dicembre a Riyadh. Ma non si è giocata, dopo una sfibrante trattativa in un pomeriggio in cui è successo di tutto, dai divieti da parte delle autorità saudite a portare in campo l'immagine di Atatürk fino al rientro notturno in Turchia di entrambe le squadre, per una rara volta unite nel boicottaggio del match. Allora si era optato per il 7 aprile, ovvero tre settimane dopo i gravi fatti di Trebisonda. Il presidente Koç chiede quindi un sostegno alla Federazione, pretendendo un arbitro straniero. Contestualmente parte con le minacce, dal ritiro dalla squadra al presentarsi con la Primavera. La Federazione rifiuta e il presidente attua l'unica immediatamente fattibile: schierare la squadra Under 19. La “partita infinita”, che in Turchia era attesa dal 29 dicembre, così è finita in farsa. A nulla è servito un tentativo di mediazione da parte di Edin Dzeko e Dušan Tadić, che volevano giocare. La gara durerà appena 49 secondi perché, dopo il gol di Icardi, ai ragazzi della squadra giallonera viene ordinato di uscire dal campo. Pagina nera.

la reazione

Questo porta a far scoppiare altre polemiche, che trovano il loro punto più alto due settimane fa, in occasione dello scontro diretto tra i due club. Il centrocampista del Fenerbahce, Hakan Yandas, ha reagito ai cori dei tifosi del Galatasaray mostrando il logo della propria squadra. È stata la scintilla della mega rissa. Ne è nato un parapiglia. La situazione è poi degenerata quando sono tutti rientrati negli spogliatoi, tanto che sono dovuti intervenire gli arbitri a dividere giocatori e membri dello staff.

Dzeko e gli altri

La squadra però, problemi e risse a parte, ha brillato sotto tutti i punti di vista. Dei punti e dei gol fatti abbiamo parlato, ma c'è dell'altro. In copertina c'è sicuramente Edin Dzeko capocannoniere della squadra con 21 gol in campionato, leader in campo e fuori. Poi spiccano Kahveci – centrocampista da 13 gol e 6 assist – Tadic e Batshuayi, autore di 12 centri in Super Lig. Sono tanti anche i calciatori che hanno giocato in Serie A: oltre al centravanti bosniaco, ci sono anche l'ex Udinese Becao, l'ex Empoli Zajc, l'ex Roma Under, l'ex Sassuolo Muldur e l'ex Milan Krunic.





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