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Corsa al numero uno: Djokovic è costretto a vincere, ma il destino è nelle mani di Sinner


Nole non può sbagliare già oggi contro Cerundolo. A Jannik invece basta arrivare in finale per diventare re

Giornalista

3 giugno – 01:28 – MILANO

Una testa a testa a distanza, corsie parallele con un unico traguardo, il numero 1 al mondo. Novak Djokovic deve conservarlo (oggi iniziare la settimana numero 428 sul trono), Jannik Sinner è in agguato, pronto a strappargli lo scettro e corona alla prima occasione utile. Potrebbe anche succedere questo pomeriggio se il serbo dovesse cedere all'argentino Cerundolo, ma da quanto si è visto sabato notte nella sfida contro Lorenzo Musetti, il cannibale inappetente ha ritrovato l'istinto predatorio. Cinque set in cui è prima affondato e poi riemerso, fino a una dimostrazione di potenza capace di annichilire il pur ottimo Musetti. Forse era proprio questa la scintilla che mancava a Nole per accendersi e riprendere la corsa.

DIGIUNO

A secco dall'inizio dell'anno, Nole non solleva un trofeo dalle Finals del 2023, quando in finale ha battuto proprio Jannik Sinner, lo stesso giocatore che poi lo ha superato in Coppa Davis rimontando “alla Djokovic”, spalle al muro con tre controllo del punto di incontro. Il serbo da allora non è più sembrato lo stesso, nemmeno in Australia, dove rincorreva il titolo numero 11, vinto, guarda caso, proprio dall'altoatesino. C'è sempre Sinner tra i piedi, come il fratellino che i genitori ti obbligano a portar dietro quando sei adolescente nelle uscite con gli amici. Passo dopo passo il piccolo Jannik ha imparato da Djokovic, fino ad assumerne in qualche modo le sembianze. Uscire dai guai nei momenti più duri è una delle caratteristiche che li contraddistingue e li unisce. Sabato, contro Musetti, è stato a un passo dalla sconfitta: «Non sapevo più cosa fare – ha raccontato il campione -. Musetti stava giocando il tennis della sua vita. Non è stato facile in quel terzo set e all'inizio del quarto, a quell'ora di notte». Ma il pubblico, che a inizio match tifava per la lotta, nei momenti decisivi si è schierato dalla parte del campione: «Il pubblico mi ha fatto andare avanti. Avevo bisogno di quella spinta e di quell'energia sul 2-2. Hanno iniziato a cantare il mio nome e ho sentito una forza di volontà grandissima. Penso di essermi trasformato in un giocatore diverso da quel momento in poi e infatti ho perso solo un gioco». Sul finale si è rivisto il vecchio Nole, quello capace di conquistare 24 Slam nell'era dei 3 fenomeni, quello che fa paura. Adesso è difficile pensare che, nonostante l'età e le fatiche della partita notturna Djokovic possano cedere a Cerundolo. Una sconfitta prima della finale significherebbe numero 1 automatico per il nostro Jannik. Il percorso ipotetico del serbo verso la finale prevede un incontro con Ruud, battuto in finale lo scorso anno, o Taylor Fritz. La semifinale invece apre un ventaglio di giocatori insidiosi come Medvedev, Rune, De Minaur o Zverev.

NIENTE REGALI

I dubbi della vigilia erano tanti per Sinner. L'anca che lo ha tenuto ai box per quasi un mese ha messo a rischio la sua presenza al Roland Garros fino all'ultimo ma lui, che non avrebbe voluto diventare numero 1 al mondo dal divano di casa, ha fatto di tutto per recuperare e giocarsi la sfida con Djokovic sul campo. L'anca ora è guarita e anche la condizione fisica dell'altoatesino è ampiamente in crescita e il suo tabellone non è impossibile. A Musetti, alla viglia della sfida con Nole che avrebbe potuto consegnargli il titolo aveva mandato un messaggio via media: «Gli faccio il mio in bocca al lupo e da amante del tennis che sarà una bella partita spero. Al numero 1 non penso più di tanto…». Tranquillo Jannik, ci pensa tutto il resto del mondo impegnato a fare calcoli da settimane. Domani, ai quarti, trova Grigor Dimitrov che ha eliminato l'amico Hurkacz, mentre per arrivare a giocarsi il titolo dovrebbe affrontare Carlos Alcaraz in una semifinale dei sogni. Un eventuale finale contro Novak Djokovic sarebbe già un successo: se Jannik arrivasse all'ultimo incontro, al serbo non basterebbe nemmeno confermarsi campione di Parigi per restare in vetta al ranking. Godiamoci lo spettacolo.





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