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Il sogno di Almaviva: il bimbo a cui Totti mise la fascia ha esordito nella Roma


Il centrocampista del 2006 ha debuttato a Perth con la prima squadra nell'amichevole con il Milan: sette anni fa fu protagonista, per caso, di una notte indimenticabile

Lorenzo Cascini

3 giugno – 09:23 – MILANO

C'è stata un giorno, nel maggio di sette anni fa, in cui Mattia Almaviva è diventato – tutto in un colpo – il bambino di undici anni più invidiato d'Italia. Lui, baciato da Totti nella serata del suo addio al calcio: a centrocampo in un Olimpico stracolmo di emozioni e lacrime, Francesco si toglie la fascia dal braccio e gliela lega, lo abbraccia e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Come se fosse un passaggio di consegne. Sempre lì, qualche passo più indietro, c'era Daniele De Rossi, che tornerà nella storia.

destino

Era il 28 maggio del 2017. Fu proprio la Roma, quella stessa sera, a spiegare perché fu scelto proprio lui. “Totti aveva deciso, simbolicamente, di cedere la sua fascia al più giovane capitano del settore giovanile. Almaviva, che portava la fascia nel gruppo del 2006, era il più piccolo a disposizione. C'è anche una squadra del 2007, che però è a Bergamo per un torneo”. E quindi l'onore in mondovisione, tocca a lui. Che incontro del destino. Mattia in quegli istanti sorride ma probabilmente non realizza, è felice ma non comprende a pieno la portata del momento. La colonna sonora era “La Vita è bella”. Eccome se lo è. È stata l'ultima pennellata di Totti – in uno stadio che è più che una casa, davanti a persone che sono più di una famiglia – prima di scappare verso un futuro che nessuno conosceva, nemmeno lui.

predestinato

Mattia e Francesco hanno poi fatto un pezzo di strada insieme, come giocatore e agente, prima che Almaviva scelga di essere seguito dall'agenzia di Pastorello. E veniamo quindi al presente. Mattia è una delle stelline dell'Under 18 giallorossa – con lo stesso gruppo due anni fa ha vinto lo scudetto – ne è ancora il capitano ea marzo ha firmato il primo contratto da professionista con la Roma. Il bambino è cresciuto e si sta facendo grande. Cercando di farsi ricordare per giocate e leadership e non solo più per “l'investitura” di quella notte all'Olimpico.

de Rossi

Eccoci allora alla stretta attualità. Due giorni fa Daniele De Rossi lo ha messo in campo a Perth, contro il Milan di Giroud e Theo Hernandez. Con il terzino poi, Mattia, si è scambiato la maglia e fatto una foto. Con tanto di dedizione sociale. Daniele se lo ricorda da quella sera dell'addio di Totti, ma i tempi sono cambiati, così come i ruoli. Entrambi sono cresciuti, oggi uno è in panchina e l'altro in campo. Venerdì lo ha gettato nella mischia, dieci minuti per prendere confidenza con il calcio dei grandi e rompere il ghiaccio. E chissà che, ogni tanto in allenamento, non gliela abbia ricordato con una battuta quella notte di sette anni fa. Che Mattia non scorderà mai. Anche se ora lo sguardo dovrà essere in avanti: il primo passo lo ha fatto con Daniele, nella speranza che, l'auspicio di Francesco, possa portare bene veramente.





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