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Jasmine Paolini, il tennis con il sorriso



Almeno stavolta, per fortuna, il pregiudizio di genere non c'entra: se la bravissima Jasmine Paolinicapace di arrivare in finale al Roland Garros in singolare e alla finale di doppio in coppia con Sara Errani ha avuto una visibilità inferiore a quanto avrebbe meritato in assoluto è solo un problema di tempi. Prova ne è il fatto che la Gazzetta dello sport dà l'apertura a lei ea Sinner insieme, sfrattando per una volta più in basso calcio, auto e moto. Segno che il tennis italiano sta cambiando il mondo.

Jasmine ha avuto solo sfortuna di veder coincidere nel tempo il suo miglior risultato con il momento assoluto e storico del numero uno di Jannik Sinner, che ha proiettato un'inevitabile ombra, senza colpa di nessuno.

La felicità spontanea di Jasmine Paolini, per la finale conquistata, è un dono che fa bene anche a chi la guarda: «Sognare è la cosa più importante della vita», ha detto a caldo con un sorriso grande così, dopo la semifinale contro la giovanissima siberiana Mirra Andreeva lasciata appena a 6-3 6-1. Gioca con allegria e grinta, mostrando tutto il divertimento di fare della sua passione il suo lavoro: un lavoro, che in questo periodo le dà enormi soddisfazioni: oggi virtualmente al 7° posto della classifica mondiale femminile e un posto tra le grandi, lei che nel tennis muscolare di oggi, porta con orgoglio il suo 1,63 riccioli compresi, cui aggiunge di grinta, di voglia di giocare i centimetri che mancano al suo servizio. Il resto lo fa il coraggio di battere il diritto.

Da Bagni di Lucca alla Ville des Lumières il passo non è stato brevissimo: sta dando il meglio della sua maturità atletica, adesso, a 28 anni (e chissà che non conti qualcosa nella sua freschezza il suo dimostrarne 18). Lo fa con coraggio e intelligenza (in senso assoluto e tattica). Anche grazie ai suggerimenti di un allenatore di esperienza come Renzo Furlan, ex numero 19 al mondo da giocatore, che da coach ha un feeling tutto speciale con Parigi: Francesca Schiavone è stata la prima italiana della storia a vincere il Roland Garros, Bolelli, un altro dei suoi, è in finale nel doppio con Vavassori. Lo stesso doppio che Jasmine Paolini non voleva giocare, non solo la sta vedendo adesso protagonista, ma l'ha aiutata molto a crescere in tanti aspetti tecnici che ora rendono anche in singolare. In finale contro la polacca numero 1 al mondo Iga Świątek non avrà nulla da perdere, solo tutto da giocare con la leggerezza di essere dove forse non aveva ancora osato sognare. Jasmine dopo la semifinale ha salutato il pubblico in francese, prima di passare all'inglese e al suo toscanissimo italiano, dopo la finale comunque vada potrà farlo anche in polacco, imparato dalla mamma, polacca di origini ghanesi, che le ha insegnato la lingua e guarda le partite, mentre il papà va a spasso perché davanti alla Tv soffre troppo. Esattamente come a casa Sinner ma a parti invertite.





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