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Battocletti: “Partenza a ritmi super, ma io come un corvetto dovevo stare lì e poi scattare…”


L'azzurra, figlia d'arte, dopo l'oro nei 5000: “Io sarei partita anche prima, ma mi sono fidata dell'esperienza di papà che è molto intelligente e sono partita alla fine…”

Mario Canfora e Elisabetta Esposito

7 giugno – 23:48 – ROMA

Nadia Battocletti è figlia d'arte. Il papà-coach Giuliano è un ex campione del mezzofondo azzurro, però anche la mamma Jawhara Saddougui ha un passato da atleta sulle piste marocchine. Nadia è una podista a tutto tondo: ha praticato con successo il cross, la corsa su strada, in montagna e la pista vantando un palmarès invidiabile in ogni disciplina. Qui fa davvero fatica a trovare le parole giuste per raccontare quest'oro nei 5000 arrivati ​​al termine di una gara tatticamente perfetta, col record italiano che già deteneva. E alla fine le lacrime si fanno davvero fatica a trattenere.

papà

“È stata una serata favolosa – dice -: la gara è stata tosta, poi è stato un mese complesso, ho avuto problemi all'assetto del bacino, mi dicevano “immagina di avere una Ferrari ma con i perni non stretti bene… “. Il tifo è stato super, tutti gridavano il mio nome, all'ultimo giro ho detto “devi farlo anche per loro”. Se il ritmo della norvegese mi ha aiutato? Ero sicuro che la mettesse subito sul ritmo, lei è una che non molla, quindi non le facevo paura. Aver messo su carta l'idea che lei conducesse con ritmo alto mi metteva nella giusta posizione, io come un corvetto dovevo stare lì Mi sono accorta che le altre si stavano staccando a 800 metri dalla fine , sapevo che se arrivavo agli ultimi giri carica difficilmente mi si stacca Io sarei partita anche prima, ma mi sono fidata dell'esperienza di papà che è molto intelligente e sono partita alla fine…”





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