Economia Finanza

La “guerra aerostatica” delle due Coree. Al lancio di feci del Nord, il Sud risponde con Usb cariche di serie tv e K-Pop




Tra le tante tragiche guerre che si stanno combattendo in giro per il mondo, c'è n'è una che in minima parte può anche far sorridere, almeno in questa fase storica, e soprattutto per noi occidentali; quella tra la Corea del Nord e quella del Sud a “colpi” di palloni aerostatici.

Palloncini pieni di feci umane e spazzatura

Il 10 maggio Pyongyang aveva fatto volare e scaricato sul Seul centinaia di palloni contenenti immondizia e feci umane. Il Sud non l'aveva presa molto bene pronto a”Cancellare il patto sulla riduzione delle tensione del 2018”, non prima però di rispondere all'attacco con le stesse “armi”, per fortuna usate in maniera più “culturale” della prima.

Palloncini pieni di “cultura del Sud”

Agli oltre mille palloncini bianchi carichi di immondizia e hanno risposto con una scelta di grandi palloni che contenevano però materiale ben diverso. Sono stati infatti riempiti con 5mila chiavette USB piene di musica K-Pop e video di serie tv sudcoreane, 200mila volantini anti-regime e 2mila banconote da un dollaro; materiale questo, soprattutto le serie tv e la musica K-Pop, proibitissimo al Nord, anche se molto ricercato soprattutto dai giovani.

A pensare a questa risposta è stato Parco Sang-hakdisertore nordcoreano rifugiatosi al Sud e membro del gruppo Combattenti per una Corea del Nord libera che non è nuovo a dimostrazioni simili. Addirittura in alcuni dei 200mila volantini era stampata la faccia di Kim Jong Un e di sua sorella Kim Yo-jongcon un messaggio: “Il nemico del popolo Kim Jong-un ha inviato sporcizia e rifiuti ai sudcoreani, ma noi disertori stiamo inviando verità e amore ai nostri compagni nordcoreani”.

La “guerra aereostatica”

È dagli anni '50 che le due Coree usano i palloncini areostatici come campagna di propaganda. Messaggi lanciati da una parte all'altra con un contenuto ben meno romantico dell'uso che se ne fa in tutto il mondo. Per comprendere questo fenomeno basti pensare che a settembre dello scorso anno la Corte di Seul aveva dichiarato incostituzionale la legge entrata in vigore nel 2021 che vietava questi lanci perché violava la libertà di espressione.

Un modo quindi, quasi approvato legalmente, per accendere provocazioni che nelle ultime settimane si sono però particolarmente acuite.

Dopo il lancio dei palloncini da parte del Nord, ma anche di 18 missili e un tentativo fallito di Kim Kim Jong-un di mettere in orbita un satellite spia, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol aveva sospeso l'accordo di distensione militare firmato nel 2018 -quest'ultimo a dire il vero largamente ignorato dallo già scorso anno dal Nord – intensificando le esercitazioni e le attività militari lungo i confini. Questi ultimi, tra l'altro, ulteriore motivo di contrasto vista la recente richiesta di Kim Jong-un fatta a inizio anno di “ridefinirli meglio”.



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