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Da Buffon a Szczesny, sempre con lo “scudo”: Filippi, i segreti del preparatore dei portieri


Innovatore e inventore di uno degli “attrezzi del mestiere”, l'uomo dei portieri Juve è arrivato nel 2010 con Delneri ed è passato attraverso altri quattro allenatori bianconeri. Per lui Landucci ha cambiato ruolo e Sarri gerarchie, tra la stima di Gigi e il lavoro su Tek. E anche oggi che saluta la prima squadra, la sua competenza resta una risorsa a disposizione

Dalla reazione dei suoi ragazzi, è ben evidente cosa sia stato Claudio Filippi in questi anni alla Juventus. Gigi Buffon dall'estate 2010 (quando arrivò con in bianconero con Gigi Delneri) lo apprezzò da subito per i suoi metodi di lavoro e per l'empatia che riuscì a instaurare. Da quel momento il tecnico ha diventò un uomo azienda riconoscibile e riconosciuto da tutti nell'era juventina di Andrea Agnelli presidente: ed è stato tra i pochi ad aver vinto tutto (più l'ultimo trofeo col presidente Ferrero) grazie alla permanenza nello staff con altri quattro allenatori diversi, da Conte ad Allegri a Sarri e Pirlo. Non un caso che la Juve abbia scelto di non perdere la sua professionalità, proponendogli di coordinare l'area portieri del settore giovanile, dovendo far terminare la sua avventura in prima squadra.



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