Economia Finanza

Il video degli scontri e la “guerra dei nomi”: alta tensione intorno alla Cina




La punta dell'iceberg delle ultime tensioni tra India e Cina è rappresentata da un misterioso video spuntato nelle ultime ore sui social cinesi. Nel filmato, della durata di circa un minuto, si vedono due gruppi di soldati, da una parte indiana all'altra cinese, litigare animosamente a lungo quella che sembrerebbe essere la frontiera che separa i due Paesi. A un certo punto i militari – che per via di un accordo formale tra i rispettivi governi non possono usare armi da fuoco in queste aree contese – si affrontano a mani nude, aiutandosi con pietre e bastoni. La clip è difficile da contestualizzare: potrebbe contenere scene verificatesi mesi, se non anni fa. Eppure è diventata virale adesso, in concomitanza con le nuove scintille diplomatiche che hanno infiammato il già teso rapporto tra Delhi e Pechino.

La guerra dei nomi

All'inizio di giugno, l'India ha risposto alla guerra dei nomi lanciata dalla Cina per contrastare la ridenominazione da parte di Pechino di luoghi situati nello stato indiano dell'Arunachal Pradesh. In tutta risposta Nuova Delhi ha fatto sapere di voler rinominare più di due dozzine di località dislocate nella regione autonoma del Tibet, in Cina. Come ha spiegato il sito Il diplomaticoil governo indiano sospetta che la mossa cinese miri a rafforzarle rivendicazioni territoriali del Dragone proprio sull'Arunachal Pradesh, la più grande provincia dell'India nordorientale, che la Cina chiama Zangnan o “Tibet meridionale”.

Da quanto emerso, l'esercito indiano avrebbe messo a punto un punto elenco formato da oltre 30 luoghi del Tibet da rinominare con i loro antichi nomi in lingua indiana recuperati, hanno spiegato i funzionari militari di Delhi, da vecchi documenti storici. Questo elenco dovrebbe essere presto reso pubblico attraverso i media nazionali come parte di una campagna per offrire al mondo intero una forte contro narrativa alle rivendicazioni cinesi sullo stato indiano dell'Arunachal Pradesh e su altre parti del confine.

Nuove tensioni

Se (e quando) la citata campagna di ridenominazione indiana dovesse avvenire, questo equivarrà a far sì che l'India riapra la questione tibetana. Delhi ha infatti accettato il Tibet come parte della Cina da quando è stato riconquistato da Pechino. Tuttavia, a distanza di decenni, il governo indiano guidato da Narendra Modi – appena rieletto per un inedito terzo mandato – sembra pronto a cambiare rotta.

Non è forse un caso che, nelle ultime settimane, l'esercito indiano abbia organizzato numerosi giro mediatico nelle zone di confine contese. I giornalisti sono stati portati a parlare con la gente del posto che dice di opporsi alle rivendicazioni cinesi e afferma di aver sempre fatto parte dell'India. “L'obiettivo finale è quello di far passare la contro-narrazione indiana sul confine attraverso i media regionali e globali, ancorati sia su solide ricerche storiche sia sulla vox pop dei residenti locali“, ha spiegato un ufficiale anonimo coinvolto in questa campagna propagandistica.

Lo scorso marzo la Cina ha rinominato 30 luoghi lungo la linea di controllo effettivo (LAC). Il ministero cinese degli Affari civili, responsabile dell'istituzione e della denominazione delle divisioni amministrative, aveva infatti pubblicato il quarto elenco di nomi geografici “standardizzati” nell'Arunachal Pradesh. L'elenco dei luoghi ribattezzati dal Dragone comprendeva 11 aree residenziali, 12 montagne, quattro fiumi, un lago, un passo di montagna e un pezzo di terra. I nomi sono stati espressi in caratteri cinesi, tibetani e pinyin, la versione dell'alfabeto romano del cinese mandarino.

L'India è pronta a replicare. Nel frattempo, come detto, sui social cinesi emergono video di scontri tra militari lungo il confine conteso. Scontri dove gli indiani hanno avuto la peggio: un chiaro messaggio indirizzato a Delhi.





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *