Technology

Nuova stretta al pezzotto: Piracy Shield 2.0 sarà più efficiente, molti agli utenti più vicini?


Negli ultimi tempi abbiamo visto notevoli sforzi da parte delle istituzioni nel contrastare il fenomeno della pirateria audiovisiva, il cosiddetto pezzotto che sembra aver preso sempre più piede nel nostro paese. E proprio in questo contesto stanno arrivando delle novità.

Il più recente strumento di contrasto alla pirateria si chiama Scudo di pirateria ed è una piattaforma che ha l'obiettivo di identificare e bloccare rapidamente i flussi video pirata, in modo da stroncare sul nascere qualsiasi visione non autorizzata di contenuti protetti dal diritto d'autore o di trasmissione.

Negli ultimi mesi abbiamo visto che Piracy Shield ha incontrato qualche intoppo di percorso. La sua efficienza non sarebbe stata all'altezza della mole di contenuti pirata che vengono veicolati ogni giorno in Italia, per non parlare del codice software trapelato onlineil quale ha messo in evidenza alcuni aspetti singoli della sua programmazione.

Cosa cambia con Piracy Shield 2.0

E allora l'AGCOM, che ha sviluppato Piracy Shield per l'appunto, sarebbe pronta al contratto.

Anche le istituzioni sono al suo fianco, come Massimiliano Capitaniocapogruppo della Lega Nord e attuale commissario dell'AGCOM, che ha fornito nuovi dettagli su quello che potrebbe essere Scudo antipirateria 2.0.

La nuova versione dello scudo contro la pirateria dovrebbe sopperire a uno dei punti deboli della sua prima versione, ovvero la gestione della mole di contenuti da bloccare. Capitanio avrebbe infatti ammesso le limitazioni di Piracy Shield, sviluppate per gestire un massimo di 60 – 70 richieste di oscuramento contemporaneamente, mentre nella realtà ne arrivano in media circa 300.

Quindi Piracy Shield 2.0 dovrebbe essere maggiormente capace di gestire le richieste di oscuramento contemporaneamente, e inoltre potrebbe prevederne una procedura di segnalazione più rapida.

Riassumendo, il nuovo Piracy Shield non dovrebbe differire strutturalmente dal vecchio. Sembrerebbe che AGCOM abbia potenziato la prima versione di Piracy Shield per renderla più efficiente. E quando arriva Piracy Shield 2.0? Non sono state comunicate delle tempistiche esatte: è stato menzionato come tempistica orientativa la fine dell'anno.

Inoltre, Capitanio ah puntato il dito contro Google e le VPN, per il loro ruolo indiretto nella fruizione del pezzotto. Google, a detta di Capitanio, non effettuerebbe alcuna verifica sulle app che si trovano sul Play Store, alcune delle quali proporrebbero illegalmente contenuti pirata e sarebbero quindi illegali.

Mentre le VPN avrebbero la colpa, sempre a detta del commissario AGCOM, di favorire l'occultamento degli indirizzi IP di chi fornisce contenuti pirata.

Multi automatiche per chi ha il pezzotto?

Capitanio ha sottolineato ancora una volta l'aspetto delle molti agli utenti che usufruiscono del pezzotto. L'accordo siglato tra AGCOM, le Procure e la Guardia di Finanza dovrebbe permetterlo rapida condivisione dei dati di chi accede al pezzotto. Questo dovrebbe permettere delle molte praticamente automatiche a coloro che pagano per vedere contenuti pirata consapevolmente.

In questo contesto, è bene sottolineare che la procedura appena menzionata da Capitanio non è ancora entrata in vigore anzi, non è nemmeno stata annunciata ufficializzare.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *