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L’estrema destra francese conquista anche i cattolici praticanti



I cattolici praticanti non sono più uno sbarramento per la destra, titolo il quotidiano francese La Croceche all'indomani delle elezioni europee pubblica un sondaggio secondo il quale i cattolici praticanti hanno votato al 42% per lista di estrema destra. Una caduta “brutale” spiega il periodico cattolico, rispetto al 2019, quando i voti erano andati in gran parte ai Repubblicani di François-Xavier Bellamy, contrario ai matriomoni gay, e al partito En Marche del presidente Macron in funzione anti-Le Pen. Dunque la “diga” cattolica (ma forse – come vedremo – sarebbe meglio chiamarla Maginot) si è rotta e ha travolto Monsieur le President.
Quasi un terzo dei cattolici praticanti (il 32%) ha votato per la lista guidata da Jordan Bardella, il nuovo enfant prodige della politica francese, esponente dell'ala più radicale del movimento della Le Pen – un punteggio che non si discosta molto da quello dell'intero elettorato francese. Voti più che raddoppiati, dato che Bardella nel 2019 aveva ottenuto dai cattolici il 14 per cento.

Questo spostamento verso destra si verifica anche nella lista Reconquête! guidata da Marion Maréchal, che ha giocato risolutamente la carta della difesa dell'identità cristiana durante la sua campagna. Anzi sì potrebbe dire che è un partito a maggioranza cattolica poiché ha ottenuto da loro il 10%, mentre a livello nazionale la lista alle europee si ferma al 5,5%. Alla fine il bilancio è abbastanza impressionante: i voti raccolti dall'estrema destra durante le elezioni europee sono più che raddoppiati: 42% nel 2024, contro il 18% nel 2019. Un punteggio molto vicino al 40% dell'elettorato nazionale, sommando i risultati di Marine Le Pen, Éric Zemmour e Nicolas Dupont-Aignan alle elezioni presidenziali del 2022. E pensare che l'ex primo ministro François Fillon, ricordano i sondaggisti di La Croix, candidato gollista alle elezioni presidenziali, catturava quasi un cattolico praticante su due (46%) al primo turno. Tra l'altro tutto questo avviene in un periodo in cui la fede cattolica e la pratica religiosa, soprattutto dei giovani, in Francia è in aumento. Paris Match ha dedicato un ampio reportage al weekend di Pentecoste, caratterizzato dal pellegrinaggio di quasi 20 mila ragazzi alla cattedrale di Chartres.

Ma perché i cattolici francesi hanno cambiato idea? Innanzitutto il voto di chi va a Messa almeno una volta a settimana si è frammentato. Ma i politologi parlano di strategia di “dediabolizzazione” da parte della Le Pen e degli altri leader dell'estrema destra, che si sono allontanati dall'immagine e dalle dichiarazioni “sulfuree e radicali” del passato, soprattutto da quelle di Jean-Marie Le Pen che facevano da deterrente. Come i tedeschi con la linea Maginot, hanno “aggirato” la linea difensiva entrando nella testa degli elettori con messaggi e slogan più rassicuranti.
Gli esperti registrano anche la debole influenza del magistero ecclesiale, nonostante i vescovi fossero stati molto chiari, ha osservato il sociologo delle religioni Philippe Portier. La lettera pastorale “Un nuovo soffio per l'Europa”, pubblicata all'inizio di aprile dai vescovi di otto diocesi el cuore dell'Europa (Germania, Belgio, Francia e Lussemburgo) invitava a “scegliere i candidati che sostengono il progetto europeo” . O ancora la dichiarazione del Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi di Francia in occasione della celebrazione degli 80 anni dello Sbarco in Normandia. In realtà a sbarcare tra i cattolici è stata l'estrema destra non governativa, che ora minaccia di puntare direttamente all'Eliseo. Molto mobilitati, i cattolici praticanti avevano votato al 37% per Nathalie Loiseau, economista cattolica e femminista, capolista per En Marche alle precedenti europee, il che testimoniava un attaccamento al progetto comunitario.

Cinque anni dopo, la lista guidata da Valérie Hayer ha convinto solo il 12% dei praticanti – il 16% dell'insieme dei cattolici. Resta l'eredità di Jacques Delors tra molti cattolici, ma è sempre più un passato nostalgico che non si risolve nell'urna in un tempo dove le questioni dirimenti sono la sicurezza, l'identità o rapporto con l'Islam, l'istruzione. A differenza di quelli italiani, tra i quali si registra un'alta astensione, i cattolici francesi votano con decisione e non sono affatto smarriti: il loro tasso di partecipazione infatti è di oltre 20 punti superiore alla media nazionale.





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