Economia Finanza

Ma la Germania rema contro, preoccupata per il suo export




Pechino è pronta a rispondere ai dazi Ue sulle auto elettrica colpendo le importazioni di carne di maiale e di prodotti caseari dall'Europa. Secondo il Global Times, organo ufficiale in lingua inglese del governo, le principali industrie cinesi stanno raccogliendo prove per richiedere l'apertura di indagini antidumping su alcuni prodotti caseari e carni suine provenienti dall'Europa. Le industrie cinesi «hanno il diritto di chiedere l'apertura delle indagini».

Si tratta della prima risposta di Pechino all'aumento dei dazi imposti sull'importazione di vetture elettriche cinesi. Il costruttore più colpito sarà il gruppo Saic, proprietario dell'altro marchio MG, con dazi fino al 48,1%. L'esportazione dalla Cina di auto a batteria da parte del colosso Geely (Volvo, Polestar e Smart) dovrà pagare una gabella del 31%, mentre Byd subirà una tariffa del 27,4%. Per tutti gli altri costruttori, inclusi quelli occidentali che producono in Cina attraverso alleanze con produttori locali, il dazio aggiuntivo sarà del 21%. Nello scorso gennaio Pechino ha sottoposto un'indagine antidumping le importazioni di liquori come il brandy dall'Europa proprio per colpire la Francia, tra i maggiori produttori, in quanto rea di aver chiesto un approfondimento sull'importazione di vetture elettriche cinesi.

La spirale perversa potrebbe non arrestarsi. In un'intervista con lo stesso Global Times una fonte dell'industria automobilistica cinese suggeriva di prendere di mira le utilizzo di auto con motori di grossa cilindrata, una mossa che avrebbe un impatto importante sulle case europee. E la Germania – non casualmente – sta cercando di smarcarsi rispetto alle decisioni di Bruxelles. «I dazi punitivi della Commissione europea si ripercuotono sulle imprese tedesche ei loro prodotti di punta», ha fatto sapere il ministro tedesco dei Trasporti Volker Wissing. «I veicoli devono diventare più economici attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e condizioni di localizzazione significativamente migliori nell'Ue, non attraverso guerre commerciali e preclusioni di mercato», ha aggiunto. A questo proposito, il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, si recherà in Cina la prossima settimana con tappe a Pechino, Shanghai e Hangzhou.

«La Cina rappresenta il 20-30% delle vendite delle case automobilistiche tedesche tramite joint venture (aumentando l'esposizione complessiva delle vendite delle case automobilistiche tedesche verso la Cina al 30-40%)», ha sottolineato l'agenzia di rating evidenziando che «la generazione di flussi di cassa sarà messa a dura prova nel caso in cui le tensioni commerciali dovessero aumentare». Ecco perché la Germania non ha nessuna intenzione di accontentare Bruxelles.

GDeF



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