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Mes, Giorgetti: “Chiedere ora la ratifica è come mettere sale su una ferita. Prima cambiare lo strumento”


Il Mes resta il pomo della discordia tra Italia ed Europa e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si ritrova a bissare all'Ecofin il copione già mandato in scena del giorno prima. “Ho detto semplicemente che introdurre il tema della ratifica del Mes in questo momento mi sembrava, diciamo così, buttare un pò di vendita sulla ferita e quindi improprio”.

Così il titolare dei conti pubblici all'uscita dal consiglio, a chi gli ha chiesto se ieri al board del Mes ha sollevato il tema che c'è un pregiudizio politico nei confronti del governo italiano da parte degli altri in Ue.

Giovedì, alla riunione del Consiglio dei governatori del Meccanismo europeo di sostegno ai Paesi in difficoltà a finanziarsi sui mercati, i colleghi l'avevano infatti di nuovo incalzato sulla ratifica della riforma del Fondo salva-Stati, approvata da tutti meno che da Roma. E Giorgetti ha opposto il fatto che non ci sono i numeri in Parlamento per dare il via libera italiano.

Ritornello che si ripropone oggi: “Il Parlamento non è nelle condizioni di approvarlo e non lo approva”. E ancora: “Non ci sono molte speranze di ratificarlo. Diciamo a breve non è possibile, a lungo dipende se cambia, se migliora, se cambia natura come come abbiamo sempre chiesto”.

Insomma, la palla si getta in avanti. “Ieri per la prima volta il direttore del Mes Pierre Gramegna ha fatto delle riflessioni” sullo strumento, “recependo evidentemente anche delle critiche che abbiamo sempre fatto noi per cercare di cambiarlo e portarlo verso un utilizzo tipo un fondo sovrano europeo – ha spiegato Giorgetti -. Ad esempio per la difesa, evitando che magari i singoli stati nazionali si debbano indebitare o spendere a livello nazionale. La discussione è stata appena abbozzata e tra l'altro ho incontrato molte resistenze specialmente dai Paesi nordici”.

Per Giorgetti prima si modifica lo strumento e poi si ratifica. Se i Paesi aderenti al Mes dicono prima ratificate e poi modifichiamo lo strumento “non se ne esce: è evidente che se richiedono prima la ratifica, diventa sostanzialmente impraticabile”, ha spiegato.

Il ministro ha anche toccato le questioni di casa, in particolare la scrittura di una Manvora difficile. “Noi abbiamo un profilo di impegni di obiettivi di deficit che abbiamo già dichiarato. Siamo in attesa proprio in questi momenti di quella che è la traiettoria su cui lavorare. Costruiremo il quadro di finanza pubblica tenendo presente che l'obiettivo politico prioritario è confermare la decontribuzione per i redditi medio bassi. Questo è prioritario. Poi vengono le altre” misure. A chi chiede di eventuali tagli alla sanità, Giorgetti risponde: “Nella sanità non abbiamo mai tagliato niente, abbiamo solo aumentato la dotazione dei fondi”.



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