Economia Finanza

Raid sulle tendopoli e video choc dell'Idf. Ira Ue: “Si indaghi”




Israele prosegue con i raid sui due fronti, a Gaza e in Libano, mentre crescono i timori degli Usa di non avere più opzioni per arrivare ad un principio di convergenza in tempi utili, ovvero prima del dibattito di giovedì prossimo tra Joe Biden e Donald Trump. Almeno 42 persone sono state uccise negli attacchi dello Stato ebraico nel quartiere di Tuffah e nel campo profughi di Shati, secondo quanto riferito ai media da Ismail Al-Thawabta, direttore dell'ufficio stampa governativo gestito da Hamas.

L'Idf da parte sua ha confermato di aver colpito due infrastrutture militari di Hamas nell'area di Gaza City, e per quanto riguarda l'attacco sul campo di Shati, l'obiettivo era il capo dipartimento operativo di Hamas Raad Saad. Un altro raid – attribuito ad Israele – è stato condotto vicino all'ufficio del Comitato internazionale della Croce Rossa a Rafah, circondato da centinaia di civili sfollati che vivono nelle tende del campo di Al Mawasi. Le vittime sono state 25, oltre a 50 feriti, e anche l'ufficio della Croce Rossa «è stato danneggiato da proiettili di grosso calibro caduti nelle vicinanze». L'Idf citato da Haaretz ha tuttavia smentito di aver effettuato un raid sulla zona umanitaria di Al Mawasi. Riguardo quest'ultimo caso, comunque, da Bruxelles è arrivata la condanna dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, il quale ha detto che «servire un'indagine indipendente ei responsabili devono essere chiamati a rispondere».

«La protezione dei civili è un obbligo previsto dalle Convenzioni di Ginevra e tutte le parti in conflitto sono vincolate ad essa – ha aggiunto – Il Comitato internazionale della Croce Rossa deve essere in grado di svolgere in sicurezza tutti i suoi compiti compresa la protezione umanitaria, l'assistenza alle vittime, l'accesso ai prigionieri». Nel frattempo un video shock diffuso da Al Jazeera e girato nel nord della Cisgiordania (vicino a Jenin) mostra le immagini drammatiche di un palestinese ferito e legato sul cofano di un veicolo militare israeliano in movimento tra le macerie, quasi come fosse uno scudo umano. Secondo i media di Tel Aviv, l'Idf ha affermato che questa condotta è «contraria agli ordini e alle procedure» delle forze armate.

In Libano, invece, l'esercito israeliano ha eliminato in un «raid mirato» «il terrorista Ayman Ratma, un operativo importante, responsabile del rifornimento di armi per le organizzazioni terroristiche di Hamas e Jamaa Islamiya, a causa del suo coinvolgimento nella promozione ed esecuzione di attività terroristiche» contro lo Stato ebraico. Negli Usa crescono i timori poiché l'amministrazione Biden sta esaurendo le opzioni per arrivare ad un cessate il fuoco a Gaza.

Lo stallo del piano del presidente rappresenta una debolezza politica in vista del primo dibattito televisivo con Trump, senza contare che l'escalation tra Hezbollah e Israele lungo il confine con il Libano aumenta le preoccupazioni di un conflitto più ampio. L'opinione degli esperti è che alla fine i leader di Hamas e Israele arriveranno ad un accordo, ma non così rapidamente come spera il comandante in capo Usa.



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