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Pogacar: “Fare il bis dopo il Giro è una sfida che mi piace. Rispetto Vingegaard”


Dopodomani la storica partenza del Tour da Firenze e il trionfatore del Giro è pronto: “Ho superato il Covid e il lutto per la morte di mio nonno”

Non ancora uno accanto all'altro, come sarà dopodomani con la storica partenza fiorentina del Tour de France numero 111, ma per adesso ci si può accontentare di vederli sfilare uno dopo l'altro: per come sono stati gli ultimi mesi di preparazione tra cadute e sciagure, era tutt'altro che scontato. E invece eccoli nella sala consiliare di Palazzo Vecchio i cannibali degli ultimi quattro Tour: non solo Tadej Pogacar, campione 2020 e 2021 che brama per passare dal rosa del Giro al giallo, ma soprattutto Jonas Vingegaard, pronto a correre dopo la rovinosa caduta al Giro dei Paesi Baschi. Per primo ha parlato lo sloveno, con un'ammissione significativa per spegnere il chiacchiericcio attorno: Pogacar ha effettivamente attraversato il covid avvicinandosi verso Firenze. “E' successo dieci giorni fa, niente di grave, la preparazione è andata benissimo lo stesso – ha ammesso Tadej -. Ho perso poco tempo, prima mi sono allenato da solo e poi sono potuto uscire quando non ero più contagioso”. E ancora più nel dettaglio della preparazione alla gara dell'anno: “Dopo il Giro mi sono rilassato solo una settimana, poi è morto mio nonno e sono voluto tornare in Slovenia, ora vedremo chi ha gambe allenate e chi è in forma, ma suppongo lo sono tutti… Non sono l'unico da tenere d'occhio, ci sono tanti grandi corridoi qua. È già difficile vincere un grande giro, figurarsi due di seguito, ma questa è una grande sfida che Nel ciclismo non c' piace. non è niente di facile, le prime tappe saranno già dure, ma mi aspetto grandi distacchi soprattutto dalla quarta”.

pronto ad azzannare

Inevitabile lanciare frecce all'arcinemico che Pogacar aspetta al varco da un anno e che ora è dall'altro lato della stanza, pronto a dargli il cambio davanti ai media schierati in assetto da combattimento. “Io e Vingegaard abbiamo un rapporto straordinario, anche se ci vediamo solo a luglio: voi parlate di rivalità, ma qui c'è solo rispetto. Sono contento sia al via e sono sicuro che sia molto molto pronto, altrimenti non ci sarebbe. Gareggiare con lui sarà uno spettacolo. Per batterlo non posso permettermi di fare errori come negli ultimi due anni, anche il più piccolo può essere fatale e ti fa perdere A livello mentale bisogna essere pronti”. L'altro rivale dello sloveno, poi, si chiama caldo: “Ogni anno mi adatto meglio e quando fa troppo freddo non mi piace… Ho fatto progressi anche su questo terreno”. Il resto, poi, lo fa la corazzata che lo accompagna e sfila con lui da palazzo Vecchio fino a Piazzale Michelangelo: “Questa Uae è una delle squadre più forti mai viste, abbiamo superstar della montagna e andiamo forte in pianura, un onore capitanare questo team”, ha concluso Pogi, pronto ad azzannare il Tour già in Italia.



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